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domenica 26 febbraio 2012

Ecco che si può leggere sul sito di Panorama su Domnica Cemortan

http://blog.panorama.it/italia/2012/02/26/costa-concordia-al-daily-mail-la-confessione-della-giovane-moldava/ 

Costa Concordia, al Daily Mail la confessione della giovane moldava
Domnica Cemortan, la ragazza moldava a bordo della Costa Concordia (Credits:ANSA)
Domnica Cemortan, la ragazza moldava a bordo della Costa Concordia (Credits:ANSA)
L’ha baciato. Sarebbe potuto accadere molto di più. Ma poi, la tragedia ha interrotto la favola. Sulle colonne de quotidiano inglese Daily Mail c’è oggi la prima intervista di Domnica Cemortan, la ragazza moldava di 25 anni che la sera del naufragio della Costa Concordia era nella plancia di comando con Francesco Schettino, 52 anni. “Ho baciato il comandante” racconta la giovane. “Probabilmente saremmo andati oltre se la nave non si fosse schiantata”.
Nella sua prima intervista pubblica, una foto con tacco a spillo e vestitino rosa corallo, una seconda con tanto di divisa da comandante, Domnica Cemortan racconta i dettagli della sua relazione con Schettino. E la sua presenza, quella notte, a bordo.
Racconta di un bacio appassionato che faceva pensare a una prossima notte di passione. Che però non ci sarebbe mai stata. Perché alla passione si sarebbe sostituita la tragedia.
Ecco le sue principali dichiarazioni.
“Sì, ammetto che ero molto attratta dal Capitano Schettino e lui era chiaramente interessato a me”
“Una volta mi ha detto che io avevo entrambe le cose: bellezza e cervello. Quale donna non si vuole sentir dire cose di questo tipo…?”
“Quando sono salita a bordo per la crociera il Capitano Schettino è rimasto sorpreso e mi ha detto che in attesa dell’assegnazione della cabina potevo appoggiare il mio bagaglio nella sua cabina”.
“Non abbiamo sentito il rumore della collisione contro gli scogli perché eravamo davanti alla nave e tutto è avvenuto dietro. Ma poi sono arrivate le sirene…”
“Ho visto il capitano coordinare l’evacuazione. Mi ha detto di andare verso le scialuppe di salvataggio. L’ho visto molto tranquillo e fiducioso che tutto sarebbe andato per il meglio”.
“La gente lo ha definito un codardo. Ma non è vero”
“Certo, sono molto dispiaciuta per la morte di così tante persone”.
Con sé, porta un rammarico: quello di trovarsi “nel posto sbagliato al momento sbagliato”.
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TUTTO SULLA TRAGEDIA DELLA COSTA CONCORDIA
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giovedì 23 febbraio 2012

BĂLȚI OFF LIMITS!

  di Nicola Baldassare


Balți è una ridente cittadina a circa 120 km da Chișinau. Niente di speciale, la solita cittadina moldava con le strade sconnesse e le „rutiere” che travolgono chi si azzarda a attraversare la strada. In questi giorni Balți... è uscita dall'anonimato per assurgere su tutte le prime pagine dei giornali. Per cosa?
Il Consiglio comunale della città, proprio in questi giorni, ha approvato una legge che dice che gli omosessuali non possono entrare in città. Sì, proprio così, avete capito bene.
Insomma la città è off limits per gli omosessuali!
Ben 25 consiglieri comunali del PCRM su 35 totali hanno votato compatti la legge. I consiglieri comunisti si sono così uniformati al volere della chiesa ortodossa che da tempo tuona contro gli omosessuali.
"E o decizie îmbucurătoare şi încurajatoare, deoarece mai multe ONG-uri laice au făcut un apel către toate forţele politice de a primi sprijin. Indiferent de culoarea politică, mulţumim pentru susţinere", a declarat Ghenadie Valuţă, reprezentant al Asociaţiei "Pro Ortodoxia".
Inutile dire che la decisione del Consiglio comunale di Balți ha scatenato l'entusiasmo di tutte le organizzazioni ortodosse del paese. Tale Ghenadie Văluță, rappresentante dell'Associazione "Pro Ortodoxia", non ha perso tempo per manifestare tutto il suo entusiasmo per la decisione presa dagli amici comunisti.
Oddio, ormai in Moldova non mi meraviglia più di niente, specialmente certe decisioni che prendono i politici e gli amministratori locali! Ma una domanda sorge spontanea: come faranno i buontemponi di Balți a stabilire chi è omosessuale e chi no per consentir loro il libero accesso in città? Mica sul passaporto c'è scritto: Segni particolari... "omosessuale"!
E poi, gli omosessuali già residenti a Balti? Verranno allontanati dalla città e rinchiusi in campi di concentramento?
Pare che a tutti gli ingressi della città verranno posti in essere dei posti di blocco per consentire agli etero l'ingresso in città, e respingere gli omosessuali. Per stabilire senza possibilità di errore le tendenze sessuali di viaggiatori e turisti, i consiglieri comunisti adotteranno un sistema infallibile: i visitatori verranno rinchiusi in una stanza con una avvenente fanciulla che ballerà per loro al tempo di una lap dance in abiti succinti. Alcuni incaricati verificheranno scrupolosamente se i corpi cavernosi dei visitatori si saranno riempiti e se agli angoli della bocca sarà comparsa la famosa bavetta tipica del trombatore.
Chi rimarrà indifferente allo spettacolo sarà immediatemente allontanato dalla città. Sarà più complicato per le lesbiche, ma comunque ci stanno lavorando.
Pare che in Moldova ci siano circa 90.000 omosessuali, anche se io, sinceramente, non ne ho mai visto uno, visto l'aria che tira, probabilmente si nascondono. Non mi meraviglierebbe se fra qualche anno uscirà alle stampe il "Diario di Vasile Puinica", sulle orme di quello più famoso di Anna Frank, un frocio moldavo costretto a nascondersi in qualche sottoscala per non essere catturato e lapidato da qualche prete ortodosso.

sabato 18 febbraio 2012

Parlando con Giordano, di Bruno

Giordano Cevolani 
  • ‎412 anni fa moriva sul rogo! un fervente Bruniano come chi scrive, che usa come avatar la sua immagine in moldweb (giobruno), e che porta per una strana sorte il suo nome, non puo' che apprezzare il gesto della memoria dell'evento. ... Prendo l'occasione nel dirti che pur apprezzando la tua verve letteraria, non sono così favorevolmente impressionato sull'uso di parole come 'infamia' da te usato in modo a mio parere improvvido nei confronti dei forumista Nicola B. Infame è chi: per le sue azioni spregevoli, ha pessima fama ed è sinonimo di ignobile, abietto, traditore.
    L'infamia è azione, che rende spregevole chi la compie e che, in casi specifici, ha anche lo scopo di disonorare la persona contro cui è rivolta.
    Nel Paese dello Stivale, infame è il termine del linguaggio piu' mafioso per contrassegnare una spia, un traditore oltre che maestro di scelleratezze e nefandezze.
    Quindi valutando il tutto e parafrasando il sermone del sindaco Chirtoaca durante il concerto di Natale 2011: Italia-Moldavia, nazioni sorelle, accomunate da un unico cordone ombelicale che trascende il mero vincolo storico ma che si spalma su quello culturale e linguistico, possiamo alla fine ritenere che Nicola Baldassare puo' essere visto anche come un vergognoso mafioso. Non penso che questo fosse la tua intenzione, anche perchè da uomo di cultura che mostri di avere, la cultura non va a braccetto con il vituperio e l'offesa personale. Cmq grazie di avermi ricordato il giorno del supplizio di GB!
  •  Victor Druță Quando avevo 12 anni, lessi un libro sovietico di divulgazione scientifica dove c'era anche la biografia di G.Bruno. Le sue parole "l'universo è infinito" colpirono la mia immaginazione e mi feccero poi leggere avidamente montagne di fantascienza. Così, in qualche modo, Bruno segnò tutta la mia vita... In quanto riguarda la discussione con Nicola Baldassare, non ho avuto la minima intenzione di offenderlo, avevo detto che le idee impugnate da lui sono una infamia. E queste idee sono infame per davvero. Forse voi gli italiani non avete capito bene il quadro della situazione. Che è questo: la lingua letteraria rumena e la letteratura rumena si sono sviluppate indipendentemente dai confini in cui si trovavano i rumeni ed è opera dei rumeni di tutte le regioni storiche rumene, Moldavia, Valacchia, Transilvania. E va bene. Quando una parte della Moldavia storica fu presa dai sovietici nel 1940 quest'ultimi imposero nella regione l'alfabeto cirilico, una lingua letteraria basata su una parlata popolare della Transnistria e una letteratura rudimentale. I nostri intellettuali lottarono strenuamente per imporre i standard del rumeno letterario. Ci sono riusciti, che siano sempre lodati! Non riuscirono a imporre l'alfabeto latino, ma nel 1965, quando io andai a scuola in prima classe, non c'era più il moldavo della Transnistria, si studiava in un rumeno perbene che si chiamava moldavo e che usava l'alfabeto cirilico. La letteratura del dopoguerra era molto povera. Non esisteva nessun classico. I nostri intellettuali anche in questo campo lottarono valorosamente e ci riuscirono a pubblicare in Moldavia le opere dei Rumeni Creanga, Alecsandri, Eminescu e altri che erano di origine moldava. Non ci fu permesso da Mosca avere scrittori della Valacchia e Transilvania. La politica sovietica aveva isolato appositamente la Moldavia dal resto della Romania. E adesso chiedo a tutti di rispondere a queste domande: quella politica culturale che isolava un paese dalla sua lingua e dalle sue ricchezze culturali era o non era una politica infame? Ripetere nei nostri tempi di libertà i slogan del imperialismo sovietico e isolare culturalmente il popolo moldavo è o non è una cosa spreggevole? E come si fa a sentire da un italiano che arriva dal mondo libero, dal Occidente illuminato le stesse menzogne che tu hai sentito per decenni dalla propaganda sovietica?
  • Victor Druță grazie, Giordano, per le buone parole e per l'intenzione di dare alla discussione sfumatture in più.

  • Giordano Cevolani vedo con piacere Viktor che quando disquisiamo di Giordano Bruno, parliamo la stessa lingua, che poi è la lingua universale della buona cultura. In omaggio al personaggio ti racconto una breve storia che ho postato in moldweb, dopo aver... aperto un nuovo topic 'oggi, il rogo di GB 412 anni fa'.
    Alla fine di luglio 1985, 27 anni fa, sotto una cappa infernale di caldo andai in visita congressuale a Sarmacanda in Uzbekistan partendo da Dusanbe in Tadgikistan, sotto gli occhi vigili del KGB. Eravamo nell'era 'Gorbachov'. La visita protocollare prevedeva un tour alle madrase (favolose università arabe) e all'osservatorio astronomico costruito nel 1428 da Ulug Bek, successore del conquistatore Tamerlano, alla guida della città. Pochi sanno che Ulug era anche un eccellente astronomo che compilo' uno dei cataloghi di stelle piu' precisi tra quelli conosciuti.
    Mi piace sottolineare che all'interno dell'osservatorio è stato collocato, forse tre secoli dopo, un maestoso dipinto, che raffigura al centro Ulug, e ai suoi lati Copernico, Galilei e Giordano Bruno. La nostra guida, Volodia, un astronomo ma anche un agente del KGB, richiamo' la mia attenzione parlando in inglese. 'Hai visto c'è un tuo antico famigliare'. Rimasi letteralmente basito, al pensiero che il filosofo era quasi del tutto dimenticato dalle nostre parti. 'Ma come è possibile? ' chiesi. 'Voi in Italia gli ingegni li bruciate, qui li rispettiamo: per noi Giordano Bruno è il filosofo dell'Infinito'. Sti ...hazzi. E me ne tornai a Dusanbe vergognadomi come un cane in chiesa e con la testa in fermento.
    Anche oggi quando passo la frontiera PMR trovo sempre qualche frontaliero che, riconoscendomi, mi saluta come ' Gheordano Bruno'. E .....credimi non provo alcuna vergogna......molto meglio che 'Talianski, makaroni mafia'
  • Victor Druță Bella, 'sta storia. mi ricorda i miei due anni di servizio militare in armata rossa, nelle steppe cazache, a Cimkent, 100 km a nord di Tashkent. Quelle steppe in primavera erano inondate dai papaveri rossi, in estate bruciavano. Sono stato di passaggio pure a Samarcanda. Ho un po di nostalgia per quel grande impero sovietico che diffondefa la cultura europea, la scienza, Dante, Bruno, Hugo fino in estremo oriente. Avevo letto lì Lo Straniero di Camus. Discuttevo lì con un figlio di un generale, soldato come me, di Bruno e Campanella. ...Chi sa se adesso, libero dal impero, l'oriente non sprofonderà in totalitarismo e religione.

giovedì 16 febbraio 2012

NICOLA, HAI PERSO LA GUERRA

Di Victor Druta
Si è detto che gli italiani perdono le partite di calcio come se fossero guerre e le guerre come se fossero partite di calcio. Spero che Nicola Baldassare perda questa guerra assurda per una identità etnica rigorosamente moldava dotata di forti sfumature russe con leggerezza, sportivamente, all'italiana. Vorrei ricordare ai lettori che Nicola era entrato in conflitto dalla parte dei cosi detti statalisti moldavi, gente rozza che guarda i rumeni in cagnesco e, pur di avere argomenti in più per la loro roccaforte moldava, condividono con amore le più pazze idee che ci siano. Per esempio quella che la lingua moldava fosse diversa dal rumeno o quella che la Repubblica di Moldova dovrebbe strappare alla vicina Romania la Moldavia rumena con la città di Iasi e così via.

E va bene. Se uno vuole che la Repubblica di Moldova fosse uno stato indipendente e non si unisse mai con la Romania, ha tutti i diritti di farlo. La Moldavia adesso è libera e sovrana. E non c'è alcun bisogno di tirare in ballo la storia e la lingua. Perché, anche se la Moldavia è popolata dall'etnia romena, la Romania l'ha persa con il riconoscimento dell'indipendenza avvenuto in 1991. E solamente la volontà popolare congiunta dei Moldavi e dei Romeni potrebbe riportare la Moldavia entro i confini della Romania. Ciononostante la storia e la lingua sono strumentalizzate nel modo più infame che ci sia, per dare conforto a coloro che sognano una Repubblica Moldova fondata non sul lavoro e diritti, ma sul odio e isolamento! E tu, caro Nicola Baldassare, per non so quali ragioni, la metti tutta per difendere le posizioni di questi analfabeti, di questo squallore che puzza di sovietico e di nomenclatura di partito. Scusa, ma chi te l'ha fatto fare?

Dici che rumeni erano solo pochi discendenti dei soldati romani che abitavano solo la Valacchia, che i moldavi sono piuttosto slavi, che Stefan cel Mare parlava solo slavo... Ma dai... Stefan certo che parlava anche slavo, perché il slavo antico ecclesiastico era la lingua ufficiale della sua cancelleria – pure a Bucarest si usava il slavo in quel tempo! Ma la madrelingua di Stefan era il rumeno! Informati, Nicola, leggi magari Wikipedia.

Noi, quelli che parliamo il rumeno e formiamo adesso due nazioni distinte, Romania e Repubblica di Moldova, abbiamo una lingua unitaria, da noi ci sono parlate regionali, non dialetti, come in Italia. Il fatto si spiega con la vicenda della colonizzazione dei secoli 13-14. Le pianure della Moldavia e della Valacchia rimasero quasi vuote dopo la ritirata dei cumani, mongoli e altri barbari. Quindi furono colonizzate dalla Transilvania con i rumeni che si conservarono all'interno del arco carpatico. Questi furono in contatto con i magiari e portarono con se in Moldavia e in Valacchia le parole ungheresi, le quali si ritrovano adesso anche a Chisinau. Oraș è una parola di origine ugro-finnica. Pure aldămaș, fel, neam, bir, a făgădui. Anche l'influenza slava riguarda non solo la Moldavia, ma tutti i romeni. Le parole ungheresi dimostrano chiaramente l'unità del nostro popolo. In quanto riguarda la lingua, la norma letteraria è stata fornita dalla parlata di Valacchia, che ebbe per noi rumeni lo stesso ruolo che aveva avuto il dialetto toscano in Italia. Il fatto si spiega con le traduzioni della Bibbia, fatte appunto in Valacchia e poi usate in Moldavia e Transilvania. Senza l'apporto della cultura rumena la nazione moldava non sarebbe esistita.

Quindi, Nicola, quello che dici è una infamia. E per un italiano che si crede colto è una vergogna. Mi dispiace dirtelo. Vai a studiare!

mercoledì 15 febbraio 2012

Gli italiani nella grande guerra dell'identità moldava

No, un frustrato io non sono!
Nicola Baldassare
Oggi si commemora il 77° anniversario della nascita di Grigore Vieru. Grande poeta moldavo, autore di poesie e versi tanto cari ai moldavi. Vorrei specificare senza possibilità di fraintendimenti: ho scritto moldavi e non basarabieni, o peg...gio, romeni, come farebbe piacere al poeta scomparso. Vieru, suo malgrado, era moldavo, anche se lui non ne era affatto convinto.
Vieru era uno dei tanti intellettuali frustrati che anelavano alla cosiddeta "unirea" con i "fratzi romeni".
I suoi estimatori e colleghi oggi approfitteranno della ricorrenza per rivendicare la loro appartenenza etnica romena. Per fortuna questi vecchi nostalgici sono pochi. E' per colpa di questi frustrati nostalgici che interpretano la storia a loro uso e consumo che in Moldova, forse unico paese al mondo, il governo è costretto a erigere cartelli con su scritto: " Moldova e tara ta" (La Moldova è la tua patria).
Di contro, anche quelli di etnia russa o ucraina non perdono occasioni di rivendicare le loro ormai lontane origini. E' una guerra di etnie tanto assurda quanto stucchevole. Basterebbe alle due etnie in competizione andarsi a leggere un trattato di storia scritto da autori indipendenti e non quelli "addomesticati" da nazionalisti romeni o russi per rendersi conto che sono inesorabilmente in errore.
Vorrei stendere un velo pietoso sulle farneticazioni politiche di Vieru e sottolineare il suo grande talento poetico e letterario riportando qui di seguito i versi di una canzone che considero un vero capolavoro.
Una canzone che non manca di suscitarmi grandi emozioni, a me che moldavo non sono. Questa canzone parla della casa dei vecchi genitori che non ci sono più e che i figli hanno intenzione di vendere. Un dolore lancinante per i tanti moldavi costretti a vendere la "casa parintesca".

CASA PARINTEASCA

Ascultati-ma, surori, pe mine,
Si voi, fratii mei, ce va sfaditi:
E pacat, nu-i drept si nu e bine
Sa vinzi casa care te-a-ncalzit.
Bani ne-ar trebui la fiecare,
Toti avem copii si vremea-i grea.
Insa cum sa vinzi fereastra oare,
Cea la care maica te-astepta?!
Casa parinteasca nu se vinde,
Nu se vinde tot ce este sfant.
Din atatea lucruri dragi si sfinte
Ochii mamei inca ne privesc.
O vom da si vor schimba lacata
Si vor pune si ferestre noi.
Si trecand pe langa ea vreodata,
Va privi ca la straini la noi.

Casa parinteasca nu se vinde,
Nu se vinde tot ce este sfant.
Din atatea lucruri dragi si sfinte
Ochii mamei inca ne privesc.
Vom pleca si noi canva din viata
Si parintii sus ne-or intreba
Ce mai face casa lor cea draga,
Cine are grija azi de ea.
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18 ore fa · · 1


  • Victor Druță
    in questa poesia vieru esprime un sentimento del tutto naturale, però sbagliato e controtendenza con i tempi che corrono. i nostri tempi sono quelli dell'economia di mercato, tutto si vende, niente è stabile, possiamo avere fiducia solo nei... ricordi e nelle idee. si ricorda ricchi e poveri con la loro paese mio che stai sulla collina? quella canzone si addice ai nostri tempi moldavi, e non casa parinteasca di vieru. inutile aggrapparsi al passato.... in quanto riguarda ai nostalgici frustrati, anche garibaldi, anche mamelli, anche tutti coloro che fecero l'unità d'italia furono frustrati nostalgici, è così, baldassare?Visualizza altro

    18 ore fa ·





  • Nicola Baldassare
    Garibaldi non era un frustrato, era italiano. L'Italia come entità geografica esisteva già da migliaia di anni prima del 1860. Esistevano gli italiani che parlavano tutti la stessa lingua, il latino, ed avevano la stessa cultura e tradizion...i. La Romania NON E' MAI ESISTITA prima del 1867! I cosiddetti "romani" o "romeni", erano i discendenti dei soldati romani rimasti nel teritori della Valacchia, ripeto Valacchia, e non Moldova che aveva il suo territorio e la sua lingua. In Moldova i "romani" non si sono mai visti se non in sparute unità. La Moldova aveva da svariati secoli la sua lingua e cultura che non era affatto mutuata dai "romani" ma bensì da etnie slave, turche, magiare,polacche, etc. Quindi la sbandierata "romenità" dei moldavi è un falso storico alimentato dai nazionalisti romeni dopo il 1867.Visualizza altro

    18 ore fa ·





  • Nicola Baldassare Tu sei storicamente e etnicamente moldavo. Dovresti rivendicare la tua etnia moldava e non quella romena. I romeni sono nati nel 1867, tu sei nato molti secoli prima. Vieru era un frustrato costretto a subire l'occupazione russa e la russificazione forzata.
    17 ore fa ·





  • Victor Druță la romania è nata nel 800, come l'italia. come si chiamava il popolo che compose la romania? il popolo rumeno della moldavia e il popolo rumeno della valacchia. in 1918 si aggiunse il popolo rumeno della transilvania e il popolo rumeno della bessarabia moldava. vuoi dire che i lombardi, i genovesi, i siculi ecc. erano tutti italiani e noi non eravamo rumeni? perché mai questo trattamento discriminatorio?
    17 ore fa · · 2