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venerdì 11 novembre 2011

SONO OTTIMISTA, COME CANDIDO

Di Victor Druta


Si, sono un ottimista. Ed ecco perché.

La crisi economica che sta imperversando nel mondo ha cause precise, non è che la ragione umana stesse davanti ad un mistero impenetrabile. C'è troppa diseguaglianza, i ricchi sono ultimamente diventati più ricchi, i poveri – più poveri, quelli che nutrivano la speranza di migliorare la loro situazione, non ce la possono fare più. Il motore dell'economia sembrano essere i consumi. I ricchi non spendono tutto che hanno, non ci riescono, i poveretti, le classi medie sono in difficoltà. Che lo stato tolga ai ricchi e dia ai poveri! Dare una scossa ai consumi! Si, ma da dove partire? Bisogna pensarci bene. Il mondo e arrivato sul orlo di un baratro con tutti questi consumi sfrenati che hanno esaurito le risorse, con l'inquinamento dilagante. Ci sono continenti nuovi di plastica e di immondizia nei oceani, le discariche sono cresciute a far paura, è inquinato persino il cielo blu, lo spazio cosmico. Ecco, nemmeno la Malagrotta non regge più.

E allora cosa fare? Produrre altra plastica? Cercare altro petrolio? Confezionare in grande quantità ordigni nucleari ed armi convenzionali per avere un po' di occupazione? Inventare poi a tavolino conflitti armati per smaltire su qualche Gheddafi questa roba pesante dai nostri arsenali? Produrre ogni giorno spaventose quantità di cibo e cose che finiscono per metà in spazzatura? Disseminare sulle strade delle nostre città tonnellate di pubblicità cartacea? Lo abbiamo fatto fino qui. Adesso basta. Abbiamo bisogno di progetti mondiali, di una rivoluzione mondiale.

Il mio ottimismo si basa appunto sul carattere rivoluzionario del homo sapiens. A quest'animale gli è sempre piaciuto entrare in situazioni disperate per poi cercare una via d'uscita straordinaria. Spartaco che è sceso dal Vesuvio su quelle funi. Berlusconi che si è incasinato con drappelli di giovani donne assetate di denaro. Come farà adesso fronte alla giustizia che lo incalza? Sono sicuro: ne troverà una scappatoia. E l'umanità? Anch'essa si salverà.

Mi da tanta speranza l'erba che cresce dopo la pioggia, mangiandosi in fretta chili di anidride carbonica. I prataioli freschi che spuntano coraggiosamente tra le cacche dei cani nel parco. L'idea di piantare dappertutto nel mondo milioni e milioni di alberi mi esalta quasi religiosamente. Amo, ma veramente, il lento giro delle pale dei mulini a vento che danno una nobile e pulita elettricità. Sorrido ai pannelli solari e alla felice idea di costruire case a impatto ecologico zero. Ai grattacieli con vasche piene di pesci, con frutteti e pollai. Sono elettrizzato dall'idea di colonizzare Luna e Marte. Affascinato dai robot e dall'ingegneria genetica. Credo nel uomo e ammiro sopratutto le donne. E do ragione a mia moglie che mi dice “non sto mica pettinando le bambole” . Mi metto tutta la fiducia in Mario Monti. In Mario Draghi. In mari e monti e draghi. Credo che il deserto di Sahara diventerà un frutteto. Che la mia disastrata Moldavia si coprirà con piantagioni sconfinate di noci e prugni e meli. Che gli alieni saranno buoni e non ci mangeranno nei prossimi incontri ravvicinati.

Ma anche se tutte queste belle cose non succedessero mai e l'umanità dovesse affogare in sangue e miseria, mi resta sempre una grande speranza. Che il fuoco dell'esplosione finale dell'Universo purifichi tutto, facendo sparire la spaventosa sporcizia nata dall'attività umana. E dando così alla materia che ha sbagliato da qualche parte una nuova chance. Quindi, sono ottimista. Evviva il fuoco purificatore!

martedì 1 novembre 2011

INFEZIONE DA HIV: L'ALTRO PUNTO DI VISTA

di Elena Druta



Si è chiamato così il seminario promosso dall'Associazione “Doina”, membro della rete Girasole, nell'ambito del programma formativo BEST 2, sviluppato dall'Associazione Nadir Onlus. Si è svolto il 29 ottobre 2011 a Roma, al Policlinico “Umberto I°”, ed è stato organizzato dall'Associazione “Doina” in collaborazione con “Dipartimento di Malattie Infettive, Sapienza Università di Roma – Polo Pontino” e rappresentanti della LILA Lazio. Ho partecipato a questo seminario come membro attivo di Associazione “Doina” e vorrei condividere qui le mie impressioni.

La malattia HIV-AIDS ha colpito duramente l'umanità ed ha falciato numerose vite. La medicina però non ha smesso mai di cercare farmaci e rimedi per combatterla. Le strategie di cura e prevenzione sono diventate di anno in anno più efficaci. Quindi, oggigiorno si può convivere a lungo con questa malattia, con la condizione di rispettarne le esigenze. È molto importante dunque che si abbia un minimo di conoscenze riguardo alla malattia ed è molto importante aggiornare periodicamente queste conoscenze. Appunto questo fu il compito del seminario a cui ho partecipato: divulgare le conoscenze sul HIV-AIDS, fare i dovuti aggiornamenti, cercare nuove strategie di lotta.

Hanno partecipato al seminario, come relatori, Lichter Miriam, ricercatore presso il Dipartimento di Sanità Pubblica e Malattie Infettive; Condoleo Giancarlo, attivista LILA, Moraru Natalia, Presidente Associazione “Doina”. C'erano in sala altri membri di Associazione “Doina” e molti studenti di Università Sapienza di Roma. Ai partecipanti si è rivolto con un saluto iniziale Prof. Vincenzo Vullo, Direttore del Dipartimento di Malattie Infettive e Tropicali del Policlinico “Umberto I°” all'Università Sapienza di Roma. L'incontro è stato moderato da Sacco Viviana, Antropologa, esperta in Migrazioni&Salute.

Ho ascoltato con molto interesse Miriam Lichter, che ha raccontato come l'infezione da HIV, grazie ai progressi della ricerca medica, è evoluta da sindrome da immunodeficienza a malattia infiammatoria cronica. Molto interessante anche la relazione di Giancarlo Condoleo, malato da 18 anni di HIV, che ha raccontato come si può invecchiare con questa malattia. Condoleo ha parlato anche di molti pregiudizi che devono affrontare i malati di HIV. Per esempio, ha raccontato Giancarlo, quando mi è successo un incidente stradale ed i carabinieri trovarono nell'abitacolo della macchina le mie medicine antivirali, si misero subito guanti, usandogli pure per prendere in mano i miei documenti. Quindi, la gente comune non sa che HIV-AIDS è meno contagiosa che l'epatite C, per esempio.

Natalia Moraru, Presidente Associazione “Doina” e mediatore culturale, ha parlato di HIV-AIDS nel contesto dell'immigrazione. E opportuno, ha detto Natalia, usare grande cautela nel ragionare di immigrazione e di infezione da HIV. Il rischio è infatti indurre l’idea di una stretta connessione tra i due temi. Effettivamente, le popolazioni mobili possono risultare particolarmente vulnerabili e a rischio di contagio a causa di una serie di fattori quali: provenienza da paesi ad alta endemia, emarginazione, barriere linguistiche e culturali, difficoltà ad accedere ai servizi sanitari e ad essere raggiunti da campagne preventive.

E indispensabile una riflessione sui servizi sanitari, sulle loro modalità di funzionamento, sull’eventuale presenza di barriere per le persone appartenenti ad altre culture, che tenga conto dei bisogni di costoro, della rappresentazione che hanno dei servizi sanitari e degli operatori. Il tema della relazione di N. Moraru era “Aderenza e comunicazione medico-paziente: una relazione importante”. Ho capito che la così detta aderenza altro non è che la capacità di assumere i farmaci che sono stati prescritti secondo quanto indicato dal medico curante. Una cosa che apparentemente è molto semplice, ma può diventare molto difficile se non esiste un buon rapporto di comunicazione e di fiducia tra medico e paziente. Ed è appunto questo il caso quando deve intervenire il mediatore culturale...

Ottimo, il seminario. Riuscito pure il cofee break. Di quest'ultimo sono stata io la responsabile.