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domenica 30 ottobre 2011

LEGGO LIBRI E MI VIENE LA RABBIA!

Di Aurica Danalachi

Brâncuși. Masa Tăcerii (Il Tavolo del Silenzio)
Quanti sanno che Igor Smirnov, il lider dell'autoproclamata Repubblica di Transnistria fu catturato il 27 agosto 1991, a Kiev, dove si nascondeva insieme ai suoi seguaci? Questa impeccabile missione segreta, segreta anche per il Ministero della Sicurezza Nazionale della Moldavia, fu eseguita sotto il comando del colonello Chiril Penteleev e con il contributo del generale Ion Costas, l'allora Ministro della Difesa. I bravissimi Alexandru Zelinski e Valeriu Apostol hanno portato il separatista a Chisinau, dove sarebbe stato giudicato per una serie di crimini, nonché per il fatto che aveva l’intezione di eseguire un colpo di stato. Allora la sorte del criminale doveva essere decisa dalla Legge. Purtroppo, in quel clima di forti tensioni la piccola Moldavia si è trovata davanti a l’ennesima fregatura. ...Queste cose il generale Costas le racconta nel suo libro ‘’I giorni d'eclissi. La cronaca di una guerra non dichiarata’’(„Zilele eclipsei: Cronica razboiului nedeclarat”). Due giorni dopo l’arresto di Smirnov si presentarono a Chisinau un gruppo di deputati nazionalisti russi, tra cui Medvedev, l'allora presidente della comissione parlamentare per le relazioni interetniche. E quindi il Presidente moldavo Mircea Snegur ha ceduto alle pressioni di Kremlino, firmando un trattato tra Mosca e Chisinau che prevedeva che la Russia garantiva l’integrità del nostro paese, con la condizione però di liberare Smirnov ed i suoi complici.


Il caso Smirnov ancora oggi non è stato chiuso. Egli è accusato di traffico di armi, di terrorismo intenazionale nonchè di lavaggio di soldi. Aggiungerei anche il ALTO TRADIMENTO! Mi domando spesso, ma come è possibile che questo delinquente non sia ancora in carcere? Dobbiamo parlare? Negoziare? Ma di che? Ma con chi? Siamo semplicemente ridicoli! La storia non perdonerà l’errore fatto da Mircea Snegur che liberò il più grande criminale dell’est europeo. Snegur non era altro che una marionetta, l’URSS lo ha insegnato l’obbedienza. Al diavolo con l’obbedienza!!! Vogliamo essere padroni a casa nostra!


Noi abbiamo bisogno al posto di politici di grandi intellettuali, di persone competenti e non prive di coscienza nazionale! Leggendo il libro di Gheorghe Budeanu ‘’33 al Tavolo del Silenzio’’ (33 la Masa Tacerii) mi sono resa conto che noi, moldavi, questi uomini di cultura gli abbiamo! Ma non stanno in politica! È vero, la politica corrompe, la politica è sporca, ma un compromesso lo dobbiamo pure trovare!


Io credo che, un giorno, il sole splenderà anche sulla mia Moldavia…

martedì 18 ottobre 2011

SE QUESTO È TEPPISMO

  di VICTOR DRUTA  

Il teppismo è conosciuto dai tempi antichi. I giovani si sono sempre ribellati. Hanno rotto, spaccato, bruciato. Dopo sono diventati moderati. E poi conservatori. Finalmente, invecchiando e dimenticando alcune cose, hanno parlato male dei giovani.

Del pazzo sfogo dei giovani, probabilmente, hanno tutti bisogno. È successo pure a noi, a Chisinau, in Moldavia. I teppisti del 7 aprile 2009 misero a fuoco e ferro i palazzi del potere, riuscendo a smuovere, a spodestare il regime comunista, e così si sono guadagnati la gloria eterna dei salvatori della Patria.

Ma quello che è successo a Roma il 15 ottobre 2011 cos'è? Teppismo? Ci credo poco. Una manifestazione così grande, anche se i organizzatori sbagliarono a non creare un serio servizio di sicurezza, non si può capovolgere con tanta facilità. Sarà stato un effetto domino previsto da Gustave le Bon ne “La psicologia delle folle”? Sì, sì, però si è visto a occhio nudo che i teppisti erano organizzati a meraviglia e forniti di spranghe, bastoni, bombe di carta, passamontagna, sampietrini, quindi non si affidarono per niente al loro fascino malvagio e a Gustave le Bon. Saranno membri di gruppi anarchici? Dargli dei anarchici sarebbe un complimento inappropriato per quella gentaglia che, ebbra del spirito della distruzione, manifestava un massimo sprezzo per qualsiasi ideologia. Fino che non si sapranno i risultati dei interrogatori sui teppisti arrestati, possiamo fare solo congetture.

Però. Presumo che in questa mia Italia ben amata per le sue ricchezze di ogni genere, ci sarebbero ancora in giro il germe della lotta di classe, il germe della lotta armata per il comunismo, il germe del fascismo, quello del anarchismo e molti altri “ismi” pieni di muffa. Le tracce di questi germi sono reperibili sui muri di Roma. Dove un giorno vedi la scritta “Fascisti – manipolo di eroi”, e al indomani questa cambia in “Fascisti – manipolo di merde”. Dove vedi che “Carlo vive!” e che “Il Duce” non è mai dimenticato, e che “Roma è sempre antifascista”. E dove, con un po' di fortuna, potresti trovare pure un auguri al fascista rumeno Corneliu Zelea Codreanu. A proposito, si dice che uno dei 12 teppisti arrestati sia un rumeno di Bucarest.

In questa atmosfera, per me affascinante, in cui si aggirano i spettri di Bacunin, Marx, Lenin, Mussolini, Padre Pio e così via, in questo paese che non dimentica le sue tragiche vicende, i suoi martiri e i suoi assassini, Moro e Pasolini e Battisti, in questo meraviglioso posto, dico, una giornata da incubo come quella di 15 ottobre è possibile, è naturale. Ma è altre tanto naturale anche la forte risposta della società italiana sana, che non accetta per niente ad essere sfregiata, deturpata da una violenza scappata dai scantinati del passato.

Vediamo che succede dopo.

venerdì 7 ottobre 2011

IL FUTURO POLITICO DELLA MOLDAVIA... MINACCIATO DA BERLUSCONISMO?


AVREMMO MAI UN BERLUSCONI MOLDAVO?

di Victor Druta

Sulle pagine di MicroMega Luca Michelini parla del volume curato da Paul Ginsborg ed Enrica Asquer „Berlusconismo”, edito da Laterza.

Legendo l'articolo, ho pensato al potere politico moldavo, che ha un fortissimo legame con i soldi dei così detti „oligarchi”. In un paese povero come il nostro le grandi ricchezze dei „oligarchi” possono creare – se non hanno già creato – una rete clientelaria che sarà un vero e proprio cancro della nostra debole democrazia. Ecco un pezzo edificante del articolo di MicroMega, da dove è presa pure la vignetta( http://temi.repubblica.it/micromega-online/berlusconi-neoliberista-e-criminale-un-quadro-senza-cornice/ ).

"Berlusconi rappresenta anzitutto una “dittatura proprietaria”, secondo quanto propone P. Flores d’Arcais su “Micromega”, o, weberianamente, è un personaggio che alimenta un “sistema politico” fondato sul “patrimonialismo”[3]. Berlusconi è uomo ricchissimo, dotato della capacità di comperare qualsiasi cosa e soprattutto “uomini” attraverso l’uso di un certo tipo di “dono”[4], dotato di un potere fondato sulla televisione e perciò stesso su un preciso modello culturale, infine maestro nel saper utilizzare ai propri fini antiche consuetudini (clientelari) e antichi meccanismi propri della macchina statale e pubblica (e basti pensare al controllo di fatto esercitato sull’Agcom-Rai).

Berlusconi non è quindi solo “economia”, ma anche “discorso culturale”: ricorre all’ideologia neo-liberista anglo-americana, fa perno su una “celebrazione acritica del mondo dei beni di consumo”, su una offerta televisiva capace di imbarbarire, per egemonia, anche quella pubblica, su un “populismo culturale” deliberatamente vocato alla manipolazione della realtà, sulla esaltazione dell’eroismo imprenditoriale e individuale che del kitsch e del trash si fa vanto per rimarcare la distanza dai vetusti costumi delle classi un tempo dirigenti; non solo Berlusconi ha creato nuove forme di “intellettuali organici”, come V. Sgarbi e G. Ferrara, ma ricorre anche ai più classici canali della produzione culturale, come dimostra la nascita di riviste come “Ideazione”, “Liberal”, “L’Occidentale”. Notevole importanza assume la visione “dei ruoli di genere” e quindi della donna: “il corpo delle donne viene consapevolmente proposto come merce, la cui vendita rischia di apparire l’unica strada valida per la conquista della realizzazione”. Trattandosi di una vera e propria “reazione” alle conquiste realizzate dalle donne fino agli anni settanta, non può sorprendere l’alleanza strategica realizzata da Berlusconi con la Chiesa cattolica, per la precisione con la CEI (Conferenza Episcopale Italiana), essendo il multiforme cattolicesimo sociale di fatto all’opposizione del sistema berlusconiano, come dimostra la questione “immigrazione”.

Questo coacervo mediatico-culturale propone un modello di società nettamente classista, anti-repubblicano e anti-democratico. Antistatalismo, esaltazione della libertà contro la democrazia, accentuazione delle diseguaglianze sociali e di opportunità, decisa scelta a favore del mondo imprenditoriale contro il mondo del lavoro, favoreggiamento dell’illegalità (alias evasione fiscale), clientelismo, xenofobia: ecco alcuni degli ingredienti del modello berlusconiano.”

Che ne pensate, cari connazionali?

giovedì 6 ottobre 2011

SARA' VERO QUEL CHE DICE 'STO ITALIANO?

I MOLDAVI VISTI DA UN ITALIANO...

Un vecchio articolo di GLOBAL

Mi capita spesso di frequentare persone moldave che lavorano in Italia e ho capito che uno dei temi che più dividono la loro comunità è la considerazione che ognuno ha della indipendenza e sovranità della propria Patria.

Credevo fosse un fenomeno da emigranti, ma nel 2009 a Chisinau, insieme ad alcuni imprenditori italiani ho pranzato con esponenti del mondo universitario e parlando del futuro della Moldova, con grande sorpresa, ho ascoltato gli accademici esternare la loro ferma determinazione nell’ auspicare l’unificazione della repubblica di Moldova con la Repubblica di Romania rivendicando una identità culturale e linguistica con la confinante regione rumena della Moldavia.

Gli italiani esterrefatti chiedevano come mai la parte colta di un popolo - che da paese occupato ha ottenuto l’indipendenza - desidera sottomettersi ad un'altra nazione rinunciando alla propria libertà e sovranità, contrariamente a quanto invece accade in ogni parte del mondo dove anche con le più piccole espressioni etniche, linguistiche, culturali ecc.. si invoca e si combatte per l’indipendenza, l’autonomia e la libertà.

Sorpresi della reazione degli italiani che consideravano antistorica e contro tendenza la rinuncia di un popolo alla propria sovranità, gli intellettuali moldavi affermarono che la liberta che avevano ottenuto era una libertà inutile, che non sapevano cosa farci quando non si possiedono i mezzi per ottenere progresso e benessere per il popolo. Inoltre, aggiungevano, che la necessità di diventare rumeni era anche dettata dalla opportunità di entrare immediatamente nell’Unione Europea, obiettivo altrimenti raggiungibile solo in tempi molto lunghi.

In altre parole, a meno che non avessero trovato giacimenti d’oro, erano disposti a vendere sovranità, autonomia, libertà e dignità di popolo in cambio del benessere.

Da questo incontro ho ricevuto la certezza che in alcuni ambienti della cultura moldava manca del tutto il valore dell’identità nazionale, e si ignora del tutto il concetto di sovranità nazionale. Atteggiamenti analoghi in Italia sono puniti come attentato alla Costituzione, ma se si tratta di stranieri questi potrebbero essere espulsi per attività sovversiva contro la Repubblica di Moldova, avendo l’Italia riconosciuto la sovranità del popolo moldavo.

Tuttavia questo atteggiamento sembra riguardare una trascurabile minoranza di moldavi "pseudo-colti” che dall’altezza della loro cultura si confrontano solo con le elite artistiche della Romania. Infatti la maggior parte dei moldavi di Roma, conosciuti come ottimi e onesti lavoratori, con il popolo rumeno non desiderano affatto essere confusi, anche perché questi non godono di una buona reputazioni tra gli italiani.

Questi atteggiamenti e manifestazioni di pensieri controtendenza (che in Italia sono definiti cultural-chic e contraddistinguono il pensiero post-comunista), sono l’espressione di chi è incapace di lottare per migliorare il presente, di chi fugge i sacrifici della globalizzazione, di chi ricorre al passato per condizionare il futuro, di chi presume di possedere la verità tacciando di ignoranza chi non la pensa come lui, di chi non accetta il presente quale risultato della storia.

Questi minoritari circoli culturali, abbagliati da una libertà piovuta quasi per caso e senza lotta, sono incapaci di affrontare la dura povertà del proprio Paese, e ricercano nella fusione con la Romania una guida, o un padrone, meno odioso di Mosca, mostrando con questa scelta tutti i limiti di classe dirigente, inutile ma non dannosa perché incapace di prendere nelle proprie mani il destino dei propri connazionali.

Purtroppo il partito pro-romania è rappresentato in Parlamento e senza capirlo può bloccare il processo storico della Moldova. Infatti a causa dell’esiguo margine dell’attuale Governo anche la minima divisione della maggioranza consentirebbe il ritorno dei comunisti al potere e con essi finirebbe il sogno europeo con il ritorno ai tempi bui del colonialismo commerciale dell’est.

Ma quanto di ciò è inconsapevole il partito pro-Romania ?? Dopo aver saputo che nella rivoluzione twitter dell’aprile 2009 a Chisinau la bandiera Romena sul Parlamento era stata innalzata da infiltrati dei servizi comunisti, è lecito pensare che questo partito filo romeno e questi circoli siano presidiati ed infiltrati per far cadere l’attuale maggioranza e favorire il ritorno dei comunisti al potere.


CITAZIONI per i moldavi.

Non c’è civiltà senza stabilità sociale.
Non c’è stabilità sociale senza stabilità individuale.
(Aldous Huxley)

La servitù avvilisce gli uomini sino a farsene amare.
(Luc De Vauvenargues)


http://www.moldinit.com 

martedì 4 ottobre 2011

Alberto Basciani ci invita alla presentazione del film "Stefan Delureanu - una storia, la Storia"

L’Istituto Italiano di Cultura "Vito Grasso" di Bucarest vi invita
venerdì, 7 ottobre 2011, alle ore 18.00 (Aleea Alexandru 41, Bucarest)
alla presentazione del film
Ştefan Delureanu - una storia, la Storia
Il documentario, presentato per la prima volta in assoluto presso l’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest “Vito Grasso”, è costruito attorno ad un’intervista realizzata nel giugno 2010 allo storico Ştefan Delureanu, attento studioso del Risorgimento italiano e traduttore di importanti autori della letteratura italiana. Nella conversazione Delureanu ripercorre le tappe più significative della sua vita: dalla gioventù spensierata trascorsa a Mangalia tra artisti e una popolazione cosmopolita, alla dura reclusione nel campo di lavoro forzato prima in Dobrugia e poi in Moldavia, fino agli studi risorgimentali e alla difficile transizione postcomunista. Nel racconto le sue vicende personali si intrecciano con quelle del secolo appena trascorso. Il risultato è un affresco affascinante, ma allo stesso tempo terribile della storia del Novecento dal quale emerge la figura di un uomo coerente che non ha mai voluto rinunciare ai suoi ideali e alla sua vocazione di storico.
Il documentario, nato da un’idea di Alberto Basciani, è stato realizzato da Edoardo Inglese ed ha potuto beneficiare del sostegno del Dipartimento di Studi Internazionali dell’Università Roma TRE (DIPSI) e dell’Istituto Italiano di Cultura “Vito Grasso” di Bucarest. Il lavoro si è inoltre avvalso del supporto scientifico del Centro Romeno Italiano di Studi Storici (CeRISS), dell’Associazione Italiana di Studi del Sud-Est Europeo (AISSEE) e dell’Associazione Italiana Studi di Storia dell’Europa Centrale e Orientale (AISSECO).

domenica 2 ottobre 2011

UN COMUNISTA RAZZISTA




UN COMUNISTA RAZZISTA. IL COLMO DELL'ASSURDITA'
di AURICA DANALACHI



Sono una extra-comunitaria, una dell’est, una che non ha vissuto il comunismo sovietico, ma che ne ha pagato e sta pagando le conseguenze. Immigrata per bisogno, ma soprattutto per rincorrere un sogno. La mia vita in Italia è la vita di tanti altri immigranti, che studiano, che lavorano, che hanno dubbi, incertezze, sogni e desideri. Ne ho sentito parlare dei così detti atti razzisti, atti offensivi della persona e mi sono sempre interrogata: ma che impatto hanno sulla vittima?!

Sfortunatamente, oggi, in una piccola cittadina, non lontana da Roma, il razzismo è capitato pure a me. L'ho sentito sulla propria pelle. ‘’Il razzismo’’ non come concetto, ne come entità astratta, ma come una cosa molto reale. Si tratta di un signore italiano, il cui nome mi è sconosciuto (al momento), comunista estremista dichiarato, di terza età.

È successo così. Stavo al negozio. Sola. Erano le 12:30 quando entrò un signore, il cui viso mi era conosciuto. Veniva raramente per qualche prodotto al negozio. È di Frascati, la titolare (del negozio dove lavoro) lo conosce bene, una volta parlammo di ‘’politica’’ (cosi egli seppe che ero dell’est, e per lo più di centro-destra). E allora, entrando in negozio, il signore mi fece una domanda che mi stupì. Ero io quella innamorata di Berlusconi? Si ricordava, dunque, di quella piccola conversazione. E subito dopo mi disse senza mezzi termini: “E allora perché non vai dal tuo Berlusconi a Villa Certosa insieme alle altre?”

Non mi fece parlare. Iniziò una serie di insulti e parolacce. „Alle prossime elezioni vinceremo noi e vi manderemo al paese vostro se non capite che siamo noi a difendervi i diritti, non la Lega e Berlusconi! Che invece vi vorrebbero impiccatti tutti!”

Così disse il nobile signore. Nella mia calma abituale, diedi qualche risposta per difendermi, non volevo che il mio cliente si accendesse di troppo. Questo però continuava sulla sua strada. Avrei forse dovuto chiamare i carabinieri, ma il cliente sicuramente se ne sarebbe andato prima del loro arrivo. Rimasi così sballordita a sentire quel signore e mi sembrava di assistere ad una scena di un film. A un certo punto lo invitai, come al solito gentilmente, di uscire dal negozio con la scusa che fosse l'ora della chiusura. Ma dovevo chiudere tra 15 minuti! Così se ne andò!..

Mia nonna mi diceva sempre: Non devi avere paura delle persone, ma delle loro menti. È stato forse questo il motivo per cui ho reagito in quel modo. O forse perché mi sono sentita debole in un paese che non è mio? Non saprei darmi risposta. Certo è che mi sono sentita tradita. Tradita da tutto il genere umano. Come si puo essere razzista nel ventunessimo secolo, in un paese civilizzato come Italia? È una follia!

Ma forse il nobile signore italiano non è un razzista? Ma forse è semplicemente un pazzo scatenato? Come si puo essere nello stesso tempo comunisti e razzisti? Questa è un'assurdità! Il comunismo promuove, oltre a tanti orori, il multiculturalismo.  Invece il razzismo si afermò con l'avvento del nazismo. Indipendentemente dalla logica (anche se dovrei precisare che nelle follie di logica ce n’è poca), qui spunta un altro elemento importante, ovvero: l’offesa alla dignità della persona non può trovare alcuna giustificazione.