Il mio popolo vive ”all'est dell'ovest”, tra la Romania e l'Ucraina, ed è il più ridicolo popolo del mondo. Perché ha sempre pensato di essere ciò che non era. È sempre stato parte di qualcosa più grande di lui. Nei gloriosi tempi lontani, quando Traiano fondò sul territorio della Dacia sconfitta la provincia romana Dacia Felix, gli sembrava di essere un popolo romano che parlava latino, ma ben presto scoprì di essere tutt'altra cosa: un popolo che si chiamava rumeno e che parlava, appunto, il rumeno, una lingua neolatina. Nel medioevo il popolo rumeno ha creato due stati: Valacchia e Moldavia. Voi, valacchi, siete rumeni? Certo che sì! E voi, moldavi? Questi ultimi, siccome erano stati tante volte abbindolati, erano piuttosto dubbiosi. E mentre i loro saggi rispondevano alla domanda con un chiaro e sonoro sì, i moldavi si grattavano la testa e poi, rossi dai dubbi, dicevano: noi siamo moldavi. Ed era vero, altroché.
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Nel frattempo, i grandi imperi cominciano a scontrarsi. Nel 1812 la Russia sconfigge la Turchia e strappa alla Moldavia – che della Turchia era vassalla – quasi metà del proprio territorio, le più fertili terre situate fra i fiumi Prut ad ovest, Nistru ad est e il Mar Nero al sud, dove crea una provincia, nominata impropriamente Bessarabia (così si chiamava soltanto la parte meridionale della regione). Ed è qui che nascerà, fra un errore della storia e uno della lingua, il mio incredibile, paradossale, ridicolo e beneamato popolo moldavo.
Quello che rimase dello storico stato moldavo dopo la perdita della Bessarabia, cioè il principato della Moldavia, dipendente ancora da Constantinopoli, ma protetto da Pietroburgo, si aggrega al principato della Valacchia e forma, nel 1859, lo stato di Romania. La Dacia Felix e il popolo che portava nel suo nome il marchio della città eterna di Roma comincia a risorgere. Noi, quelli di Bessarabia, rimasti nell'imperio dello zar, abbiamo guardato alla Romania con tanta speranza, ma mai e poi mai avremmo pensato che un bel giorno l'indistruttibile potenza imperiale russa crollasse come un castello di sabbia. E pure così fu. Il 2 dicembre 1917 la Bessarabia si proclama stato indipendente – la Repubblica Democratica Moldava – e il suo parlamento voterà il 27 marzo 1918 l'unione con la vicina e parente Romania, atto politico riconosciuto sulla scena internazionale col Trattato di Parigi del 28 ottobre 1918, firmato da Gran Bretagna, Francia, Italia, Giappone e Romania.
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E così che inizia un bel periodo di rinascimento nazionale e spirituale. I moldavi di Bessarabia, che etnicamente sono rumeni con tutte le carte in regola, scoprono che nelle scuole si può studiare non soltanto in russo, ma pure nella loro lingua materna, scoprono quanto a loro siano cari i versi di Eminescu e Coșbuc, le fiabe di Creangă e Ispirescu, le commedie di Alecsandri e Caragiale, i racconti e i romanzi di Sadoveanu. Cantano, piangono, ridono insieme con tutta la Romania i miei moldavi. Sono la Romania. Sono popolo rumeno. Prendono d'assalto i licei e le università. E così che crescerà una generazione colta, preparata che da lì a poco avrebbe fatto la resistenza spirituale al rullo russificatore sovietico.
L'Unione Sovietica, l'erede dell'Impero russo, aveva riconosciuto ufficialmente l'indipendenza di alcuni territori che si erano staccati dalla Russia, come la Finlandia e la Polonia, ma non ne vuole sapere di riconoscere l'unione della Bessarabia con la Romania. E quindi, quando a Mosca si firma il famoso trattato Ribbentrop-Molotov, nel protocolo addizionale segreto fu stipulato che la Bessarabia, insieme con i paesi baltici, spettava ai sovietici e che il resto della torta europea se la prendevano i tedeschi. E così, il 28 giugno 1940, la Romania, cedendo a un secco ultimatum sovietico, sgombera la Bessarabia.
I miei moldavi capivano benissimo che dovevano sopportare l'ennesima occupazione; erano però arrabbiati per il modo vile e poco dignitoso con cui la madrepatria li aveva abbandonati in pasto all'orso russo, cioè senza sparare un solo colpo. Con l'amministrazione rumena fuggirono precipitosamente, schiacciati dai carri armati russi, i proprietari terrieri grandi e medi, i preti, gli insegnanti. Rimasero i contadini più poveri...
E vabbene, questa è la storia. Ribellarci a posteriori non serve a niente. Era allora che avremmo dovuto combattere. E invece noi quelle battaglie storiche le combattiamo, con il senno di poi e con un furore spropositato, adesso, sulle pagine di alcuni giornali di Chisinau, come “Literatura si Arta”. Vi avevo detto, no, che il mio popolo è paradossale. Le vicissitudini della sorte lo hanno abituato a non resistere apertamente al nemico. Meglio piegarsi, perché, come insegna un noto proverbio rumeno, “la sciabola non taglia una testa china.” Perciò, la resistenza contro i russi fu debolissima. Furono accolti con pane e sale, secondo la tradizione, nel 1940 e naturalmente nel 1944, quando vinsero la guerra contro la Germania. Subito dopo la guerra, nel 1946, una grave siccità colpisce il paese per due anni di seguito. In queste condizioni, ai contadini viene imposta – e riscossa senza pietà – una gravosissima imposta in prodotti agricoli, e nella Repubblica sovietica socialista moldava si scatena una spaventosa carestia. In due anni muoiono in 250 mila, su una popolazione di circa due milioni di persone. Un genocidio, si direbbe oggi. Non sono però le dimensioni di questa immane tragedia che colpiscono l'immaginazione, bensì il fatto che non si è ribellato nessuno. E qui che cominciano a manifestarsi con maggior forza le nostre squisite qualità, il nostro paradossale modo di vivere.
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Nel 1949, per preparare alla meglio il terreno per la collettivizzazione dell'agricoltura, si procede allo sradicamento dei ricchi, i cosiddetti kulak, i quali erano semplicemente i contadini che sgobbavano di più, comunque poveri diavoli. Vengono deportate in Siberia decine di migliaia di persone, gente buttata giù dal letto in piena notte, caricata in carri-bestiame, costretta a viaggiare senza cibo ne acqua per lunghe settimane, i morti buttati giù dai vagoni nella taiga... E nessuna ribellione. Tutti gli aguzzini vivi e sani. Eppure, nella coscienza della gente semplice, gli autori di questi orrori sono perdonabili. Non è invece assolutamente perdonabile il gendarme rumeno che ha preso a schiaffi un ladro di polli o un ubriacone. E quindi, alla gogna la Romania! E niente unificazione! Siamo sovrani, siamo indipendenti!
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Nel 1991 l'Unione Sovietica si scioglie come un fiocco di neve in primavera e arriva per i moldavi il tempo di dare il meglio di loro stessi. Si proclamano indipendenti, incuranti della loro assoluta mancanza di risorse, e quindi della loro dipendenza dagli altri stati. Dichiarano nella loro Costituzione che la lingua ufficiale della Repubblica di Moldova è il moldavo, vale a dire una lingua che non esiste, perché il cosiddetto moldavo, anche quando era scritto in alfabeto cirillico, altro non era che il rumeno letterario. Sulla questione della lingua che parliamo, dell'alfabeto che dobbiamo usare, i moldavi hanno discusso a lungo e in una maniera grottesca, anacronistica e senza un risultato chiaro. L'alfabeto latino è stato accettato, però la Costituzione prevede che la lingua ufficiale sia il moldavo. Mentre nelle scuole la lingua materna si chiama “limba română”. Un altra fonte di ridicolo è il nostro inno nazionale. Perché è stato scelto come testo una poesia dedicata non alla nazione, ma alla “lingua nostra”. Molto bella sì, ma che appare tragicomica in un contesto linguistico russificato, dove “la lingua nostra” è emarginata, torturata e storpiata in modo indicibile.
Per quanto riguarda il conflitto con l'autoproclamata Transnistria, sfuggita alla giurisdizione di Chisinau, la Moldavia si è cacciata da sola nei guai, pretendendo un territorio che storicamente non le è mai appartenuto. Quindi, dopo aver combattuto un'ingloriosa guerra con la Transnistria e con la 14a armata russa, ci portiamo addosso anche il peso dell'irrisolto problema territoriale, che non è di poco conto quando trattiamo con la Russia o con l'Unione Europea.
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Aggiungiamo che noi moldavi in questi duri tempi abbiamo innalzato un costoso monumento alla memoria del Poeta Anonimo, creatore geniale del nostro folklore. Ma per carità, chi se ne frega di quel folklore? E aggiungiamo poi che ci siamo inutilmente arrabbiati con un grande poeta russo del Ottocento, Alexandr Puskin. Esiliato a Chisinau dallo zar, per le sue colpe politiche, Puskin si rivolge in versi a un amico e lamenta lo squallore di questo borgo dove non ci sono né belle donne né librerie. Il giovane poeta, abituato alla vita mondana di Pietroburgo, si scaglia con ironiche maledizioni e spiritose battute contro il luogo del suo esilio. Povero Puskin! Non sapeva che avrebbe enormemente irritato, dopo due secoli, gli schizzinosi moldavi, ai cui occhi egli è colpevole di essere stato ingrato verso il popolo che gli ha offerto ospitalità. Altra colpa imperdonabile di Puskin è il suo celebre poema “Gli zingari”, che inizia incautamente con questo verso: “Tzigane, shumnoiu tolpoiu, po Bessarabii cociuiut” (“Gli zingari, in rumorosi gruppi, vagano per la Bessarabia”). Grazie a questo poema si sarebbe radicata nella mente dei russi l'idea che i moldavi fossero zingari. Ed essere chiamati zingari per i fieri rampolli di Traiano è altamente offensivo.
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Ecco, questo siamo noi, e perseveriamo in questi originali, eufemisticamente parlando, atteggiamenti. Però, per il resto, siamo perfettamente europei e capacissimi di integrarci con la nostra voce e con i nostri tantissimi diplomi e lauree nel concerto dei popoli dell'Unione Europea. A parte le nostre stranezze, ci portiamo dentro anche qualcosa di molto serio, forse un senso contadino della vita, un senso della responsabilità e un amore per i nostri cari, che fanno di noi generalmente persone affidabili [...]
(Pubblicato ne Il Foglio, il 9 aprile 2008 sotto il titolo “Cara Europa, salva il più ridicolo popolo del pianeta, il mio”)
’’Cantano, piangono, ridono insieme con tutta la Romania i miei moldavi. Sono la Romania. Sono popolo rumeno.’’
RispondiEliminaL’unione effettiva (materiale e spirituale) tra la Bessarabia e la Romania non è mai avvenuta. Daniel Ciugureanu, uno dei protagonisti della vita politica bessaraba, uno degli artefici dell’unione, nel febbraio del 1932, mandò un memorandum al sovrano rumeno, Carol II, nel quale delineava con estrema chiarezza il clamoroso FALLIMENTO dell’esperienza unionistica tra la Romania e la Bessarabia.
Mi meraviglio che tale unione, da te, Victor, è vista come un successo, quando la verità è tutt’altra, molto più complessa e controversa.
Esatto!
Eliminache la burocrazia rumena non ha fatto l'unione in una maniera impeccabile e verissimo, che c'erano in Bessarabia tanti problemi da risolvere - pure, però l'unione non era una cosa che si poteva fare in due giorni, chiedeva anni, decenni. la romania stessa era povera e malgovernata. ciononostante in 22 anni di governo romeno, la Bessarabia ha conosciuto che cosa è e da dove viene, e se non ha progredito economicamente, è riuscita a conservare la sua essenza contadina e una certa libertà che avrebbe sicuramente perso casomai fosse stata inglobata in urss. quei 22 anni di governo rumeno ci dettero forza per rezistere alla russificazione. pensa un pò cosa abbiamo fatto noi, la moldavia indipendente, in 20 anni e dopo criticherai quello che ha fatto la romania in 22 anni. il libro di basciani l'ho letto e ti devo dire che lui non critica l'idea di unione in se, bensì il modo in cui l'unione è stata fatta.
RispondiEliminaCaro, in Romania, anche se è l'Europa, si viaggia ancora sugli asini. In Russia si viaggia nello spazio. Auguri all'esperienza contadina, che è viva grazie ai russi, perché in Europa vi applicheranno le quote e poi vedi come starete.
EliminaCaro Victor Druța,sa ii pupi pe toti moldovenii la puța!unico ridicolo e stupido sei tu...vai a studiare...e non scrivere sciochezze!Se vuoi essere Rumeno,nessuno ti ferma...intanto lo sei già,se vede dalla logica!🤘
EliminaScusami ma tu come pensi che la Russua sia cosi ricca e che sia sopravissuta l
EliminaDopo un regime come quello sovietico è più che naturale che la Moldavia non abbia fatto grandi progressi... 20anni per un giovane stato sono pocchissimi (sopratutto se ridotto nelle condizioni di uno stato ex-sovietico)...abbiamo ancora tempo per imparare dai nostri errori.
RispondiEliminaSe è vero che Basciani non critica l’unione in se, è altrettanto vero che dalle sue ricerche emmerge la dura realtà di quei tempi poco felici (e non si tratta solo dalla burocrazia, ma emmergono dei grossi problemi social, culturali, economici e politici molto più profondi di quanto non potrebbero sembrare in apparenza).
Actorul Vasile Butnaru: UN HOMBRE PUEDE CAMBIAR EL MUNDO,Y ERES TU ... vasilebutnaru.files.wordpress.com
RispondiEliminaEu nu ma simt un oaspete in Italia, am decis sami fac viata aici, ma simt mai bine aici decit acasa si asta nu e din cauza ca numi place Moldova, moldovenii numi plac.E usor sa vorbesti cind acasa te asteapta cineva si ai dus un trai cit de cit decent, pe mine la Moldova nu ma asteapta decit mizeria. Am dus zile de foame, de frig si lacrimi chiar daca parintii lucrau din greu. Mia la luat pe tata, ia luat sanataea deaorece era sarac. In Moldova un om sarac nu are drepturi.
RispondiEliminaDruta esti ridicol!!!!
RispondiEliminaMoldova fa pompino a Russia ahahah
RispondiEliminaRussia non ama le pompe dagli zingari.
EliminaVictor Druta,hai una visione contorta del tuo popolo. Ridicolo sei tu!!!
RispondiEliminaDruta, ora comincio a capire di che pasta sei.... Pensavo fossi una persona seria e degna da prenderti in considerazione, non è così. Ha ragione Aurica quando dice che 20-25 anni nella formazione di uno stato e una goccia nell'oceano( inutile che io ti faccia degli esempi con gli altri stati), tu questo non lo puoi capire. Hanno ragione a dirti che sei ridicolo. Saluti da un milanese di Kherson.
RispondiEliminaSei semplicemente pessimo! Non ho parole!
RispondiEliminaSei semplicemente pessimo! Non ho parole!
RispondiEliminaDrUță parla per te , e non in nome del intero popolo Moldavo ..sei un troll
RispondiEliminaI Moldavi sono la parte staccata della romania emh dacia io credo che Romania e Modavia si dovrebbero riunificare per creare la grande Dacia e distruggere ogni stereotipo su di essi dimostrare che il mondo senza di noi e solo merda. E tu italiano che insulti i rumeni bhe mi dispiace dirti che SENZA DI NOI NON SARESTI A INGOZZARTI COME UN COGLIONE DURANTE LA TUA VITA DEL CAZZO.
RispondiEliminaLa Moldova è ora un paese indippendente ma il suo legame con la Russia è storico molto di più che i 20 anni sotto la Romania che stimo comunque come paese io sono moldavo e mi sento molto legato al popolo russo con loro abbiamo sconfitto il nazifascismo e insieme abbiamo fatto parte della grande unione sovietica un paese che è stato il più forte del mondo siamo andati per prima sullo spazio abbiamo creato uno stato socialista che pur essendo una dittatura ha dato molto al popolo moldavo
RispondiEliminaLa Moldova è ora un paese indippendente ma il suo legame con la Russia è storico molto di più che i 20 anni sotto la Romania che stimo comunque come paese io sono moldavo e mi sento molto legato al popolo russo con loro abbiamo sconfitto il nazifascismo e insieme abbiamo fatto parte della grande unione sovietica un paese che è stato il più forte del mondo siamo andati per prima sullo spazio abbiamo creato uno stato socialista che pur essendo una dittatura ha dato molto al popolo moldavo
RispondiEliminascusami perchè devi dire che è un paese ridicolo magari lo sei tu non è bello sentirsi dire che il tuo paese faccia schifo perchè non è vero
RispondiEliminabravo Valter sono d'accordissimo con te mia moglie e Moldava ed e una donna molto acculturata grande lavoratrice grande mamma e soprattutto una grande donna io credo che l'ingnoranza stia prorio nelle persone vuote come questo idiota che ha fatto queste dichiarazioni magari e stato deluso perché da qualche bellissima donna di questo bellissimo paese prorio perché proprio lui non era all'altezza o era all'altezza il Signore ci ha insegnati a non giudicare chi cazzo e ' costui a farlo W la Moldavia con tutto il suo popolo che ama la sua patria e si distingue.abbasso i coglioni che ancora una volta infangano polazioni altrui.Enzo Faneli Progetto Giovani e pari diritti del cittadino onesto e lavoratore DC regione Piemonte.
EliminaIn effetti questo post lascia molto interdetti. Io sono italiana, fidanzata e compagna di un moldavo e perfettamente integrata nella sua famiglia e nelle sue tradizioni moldave, che mi hanno arricchito.
EliminaTu hai mai pensato bene al popolo Italiano?
Penso sia difficile trovare un Popolo con un sangue più vario del nostro; le nostre usanze e tradizioni sono il frutto di una mescolanza durata secoli (millenni?), in una terra di passaggio grazie alla sua predominanza territoriale sul mare.
Addirittura adesso, ogni regione ha le sue tradizioni.
E da quanti siamo stati dominati noi?
Vogliamo affrontare l'argomento "lingua italiana"?
Eppure siamo qui, dall'unificazione, siamo italiani.
Così come voi siete Moldavi. Le radici ci sono, ora bisogna avere l'opportunità di crescere uniti.
Anche per questo io e il mio compagno abbiamo deciso di aprire un nostro blog sulla Moldavia, perchè è ancora così bistrattata....
Ecco come distrarre un popolo da problemi veri!!!! Dove vogliamo andare?? Meditate
RispondiEliminaComplimenti per la ricostruzione storica, profonda ma in tono leggero. Si vede tutto l'amore per la tua Moldavia. Che è Europa dentro, come la sorella Romania. Un saluto
RispondiEliminaPaolo
’’Cantano, piangono, ridono insieme con tutta la Romania i miei moldavi..." mica tanto... solo coloro che erano di etnia romena riuscivano a salvarsi, quando la Bessarabia si unì con la Romania ci furono delle persecuzioni contro gli altri gruppi etnici e ai romeni che si opposero all'unione... (pensate che nel 1900 circa la percentuale di etnia romena in Bessarabia non superava il 60%).
RispondiEliminaPoi ovviamente i sovietici fecero uguale ma non con i russi.
Insomma, gli stati che dominarono la Bessarabia hanno fatto sia del bene che del male...
Poi il moldavo in campo linguistico sarebbe più corretto chiamarlo Pidgin.
Poi secondo me, poi gli altri credano a ciò che vogliono, un moldavo etnicamente non esiste, per me i moldavi della Bessarabia sono un miscuglio di etnie (sopratutto romene, poi gli ucraini, bulgari, turchi ecc...)
Spero di essermi fatto capire, non voglio creare una discussione.
Nella terra c'è un solo Dio che sorveglia , solo che ha il nome diverso in altre religioni, buona serata a chi si sente rumeno o moldavo, russo,bulgaro,turco e a tutte le etnie del mondo,la verità ogni tanto fa male ma sistema le cose!
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