Giordano Cevolani
- 412 anni fa moriva sul rogo! un fervente Bruniano come chi scrive, che usa come avatar la sua immagine in moldweb (giobruno), e che porta per una strana sorte il suo nome, non puo' che apprezzare il gesto della memoria dell'evento. ... Prendo l'occasione nel dirti che pur apprezzando la tua verve letteraria, non sono così favorevolmente impressionato sull'uso di parole come 'infamia' da te usato in modo a mio parere improvvido nei confronti dei forumista Nicola B. Infame è chi: per le sue azioni spregevoli, ha pessima fama ed è sinonimo di ignobile, abietto, traditore.
L'infamia è azione, che rende spregevole chi la compie e che, in casi specifici, ha anche lo scopo di disonorare la persona contro cui è rivolta.
Nel Paese dello Stivale, infame è il termine del linguaggio piu' mafioso per contrassegnare una spia, un traditore oltre che maestro di scelleratezze e nefandezze.
Quindi valutando il tutto e parafrasando il sermone del sindaco Chirtoaca durante il concerto di Natale 2011: Italia-Moldavia, nazioni sorelle, accomunate da un unico cordone ombelicale che trascende il mero vincolo storico ma che si spalma su quello culturale e linguistico, possiamo alla fine ritenere che Nicola Baldassare puo' essere visto anche come un vergognoso mafioso. Non penso che questo fosse la tua intenzione, anche perchè da uomo di cultura che mostri di avere, la cultura non va a braccetto con il vituperio e l'offesa personale. Cmq grazie di avermi ricordato il giorno del supplizio di GB! - Victor Druță Quando avevo 12 anni, lessi un libro sovietico di divulgazione scientifica dove c'era anche la biografia di G.Bruno. Le sue parole "l'universo è infinito" colpirono la mia immaginazione e mi feccero poi leggere avidamente montagne di fantascienza. Così, in qualche modo, Bruno segnò tutta la mia vita... In quanto riguarda la discussione con Nicola Baldassare, non ho avuto la minima intenzione di offenderlo, avevo detto che le idee impugnate da lui sono una infamia. E queste idee sono infame per davvero. Forse voi gli italiani non avete capito bene il quadro della situazione. Che è questo: la lingua letteraria rumena e la letteratura rumena si sono sviluppate indipendentemente dai confini in cui si trovavano i rumeni ed è opera dei rumeni di tutte le regioni storiche rumene, Moldavia, Valacchia, Transilvania. E va bene. Quando una parte della Moldavia storica fu presa dai sovietici nel 1940 quest'ultimi imposero nella regione l'alfabeto cirilico, una lingua letteraria basata su una parlata popolare della Transnistria e una letteratura rudimentale. I nostri intellettuali lottarono strenuamente per imporre i standard del rumeno letterario. Ci sono riusciti, che siano sempre lodati! Non riuscirono a imporre l'alfabeto latino, ma nel 1965, quando io andai a scuola in prima classe, non c'era più il moldavo della Transnistria, si studiava in un rumeno perbene che si chiamava moldavo e che usava l'alfabeto cirilico. La letteratura del dopoguerra era molto povera. Non esisteva nessun classico. I nostri intellettuali anche in questo campo lottarono valorosamente e ci riuscirono a pubblicare in Moldavia le opere dei Rumeni Creanga, Alecsandri, Eminescu e altri che erano di origine moldava. Non ci fu permesso da Mosca avere scrittori della Valacchia e Transilvania. La politica sovietica aveva isolato appositamente la Moldavia dal resto della Romania. E adesso chiedo a tutti di rispondere a queste domande: quella politica culturale che isolava un paese dalla sua lingua e dalle sue ricchezze culturali era o non era una politica infame? Ripetere nei nostri tempi di libertà i slogan del imperialismo sovietico e isolare culturalmente il popolo moldavo è o non è una cosa spreggevole? E come si fa a sentire da un italiano che arriva dal mondo libero, dal Occidente illuminato le stesse menzogne che tu hai sentito per decenni dalla propaganda sovietica?
- Victor Druță grazie, Giordano, per le buone parole e per l'intenzione di dare alla discussione sfumatture in più.
- Giordano Cevolani vedo con piacere Viktor che quando disquisiamo di Giordano Bruno, parliamo la stessa lingua, che poi è la lingua universale della buona cultura. In omaggio al personaggio ti racconto una breve storia che ho postato in moldweb, dopo aver... aperto un nuovo topic 'oggi, il rogo di GB 412 anni fa'.
Alla fine di luglio 1985, 27 anni fa, sotto una cappa infernale di caldo andai in visita congressuale a Sarmacanda in Uzbekistan partendo da Dusanbe in Tadgikistan, sotto gli occhi vigili del KGB. Eravamo nell'era 'Gorbachov'. La visita protocollare prevedeva un tour alle madrase (favolose università arabe) e all'osservatorio astronomico costruito nel 1428 da Ulug Bek, successore del conquistatore Tamerlano, alla guida della città. Pochi sanno che Ulug era anche un eccellente astronomo che compilo' uno dei cataloghi di stelle piu' precisi tra quelli conosciuti.
Mi piace sottolineare che all'interno dell'osservatorio è stato collocato, forse tre secoli dopo, un maestoso dipinto, che raffigura al centro Ulug, e ai suoi lati Copernico, Galilei e Giordano Bruno. La nostra guida, Volodia, un astronomo ma anche un agente del KGB, richiamo' la mia attenzione parlando in inglese. 'Hai visto c'è un tuo antico famigliare'. Rimasi letteralmente basito, al pensiero che il filosofo era quasi del tutto dimenticato dalle nostre parti. 'Ma come è possibile? ' chiesi. 'Voi in Italia gli ingegni li bruciate, qui li rispettiamo: per noi Giordano Bruno è il filosofo dell'Infinito'. Sti ...hazzi. E me ne tornai a Dusanbe vergognadomi come un cane in chiesa e con la testa in fermento.
Anche oggi quando passo la frontiera PMR trovo sempre qualche frontaliero che, riconoscendomi, mi saluta come ' Gheordano Bruno'. E .....credimi non provo alcuna vergogna......molto meglio che 'Talianski, makaroni mafia' - Victor Druță Bella, 'sta storia. mi ricorda i miei due anni di servizio militare in armata rossa, nelle steppe cazache, a Cimkent, 100 km a nord di Tashkent. Quelle steppe in primavera erano inondate dai papaveri rossi, in estate bruciavano. Sono stato di passaggio pure a Samarcanda. Ho un po di nostalgia per quel grande impero sovietico che diffondefa la cultura europea, la scienza, Dante, Bruno, Hugo fino in estremo oriente. Avevo letto lì Lo Straniero di Camus. Discuttevo lì con un figlio di un generale, soldato come me, di Bruno e Campanella. ...Chi sa se adesso, libero dal impero, l'oriente non sprofonderà in totalitarismo e religione.
Actorul Vasile Butnaru: O mana intinsa care ajuta intr-o zi intunecoasa este aceea ... de care oamenii isi amintesc pana la sfaritul vietii ...
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