Pagine

giovedì 29 settembre 2011

LA CATTEDRALE DELLA SALVEZZA DELLA STIRPE RUMENA

MEGA-ORTODOSSIA



Sarà una cattedrale di ingenti dimensioni. Un gioiello dell'architettura e della tecnologia. Sarà rivestita con marmi pregiati, oro e argento. Alta come un edificio di 30 piani, 110 metri di altezza, nessun edificio della capitale romena la supererà. Avrà 12 ingressi, 12 ascensori, parcheggi, ristoranti, librerie. Entrando dentro, il comune mortale capirà la sua effimera e poco significativa dimensione davanti all'opera di Dio. Però si chiamerà la Cattedrale della Salvezza della Stirpe Rumena. Quindi sarà un potente simbolo non solo della Fede, ma piuttosto della Stirpe Rumena. Con questa cattedrale, presumo, I Rumeni festeggeranno il loro trionfo storico sulle nazioni che gli hanno fatto torti. Chi sono questi? I ungheresi cattolici. E sopratutto i russi ortodossi. Gli sarà vietato l'ingresso nel sacro edificio? No, però, se la cattedrale è solo dei rumeni... ci penseranno bene prima di entrare.

Fiumi di denaro sono corsi verso la Cattedrale. Offerte dalle chiese e dai fedeli, dalle organizzazioni e aziende. E dallo stato. Cosa ha dato lo stato? Molto. Un terreno di 11 ettari che vale la bella cifra di 200 milioni di euro, somme cospicue sono arrivate dal governo e dal Comune di Bucarest.

Il denaro pubblico però non appartiene solo ai fedeli. Anche ai atei, ai agnostici. Ai credenti laici, che nutrono il desiderio che lo stato in cui vivono sia secolare. Perché loro devono pagare per un progetto che non gli appartiene? Che non gli interessa! Sondaggi recenti rivelano che, nonostante una parte considerevole della società rumena sarebbe d'accordo con i finanziamenti pubblici della costruzione della Cattedrale della Stirpe rumena, cresce anche il numero dei contrari: sono il 32% .

La Romania è un paese ricco in risorse, ma ha un popolo ancora povero. Liberatosi in un modo violento dalla dittatura vergognosa di Ceausescu, esportando al estero milioni di cittadini impoveriti da una transizione che non finisce mai, esportando al estero pure eserciti di disperati e delinquenti, i rumeni non hanno fatto bella figura in Europa.

Non è che miglioreranno immagine con l'edificare di più di 4000 chiese nei ultimi due decenni. La cattedrale è un altra Casa del Popolo, il tristemente noto mega-edificio eretto da Ceausescu. È un progetto totalitario, fuori tempo. L'epoca delle grandi cattedrali è passata da un bel po'. Forse renderà in futuro come obiettivo turistico. Ma per adesso è un monumento del più fosco oscurantismo. Un paese con tanta povertà che galleggia alla superficie della vita pubblica avrebbe fatto meglio accendersi di idee e progetti civili, puntate a migliorare l'immediata qualità della vita.

Il mercoledì di 5 ottobre, alle ore 17.00, a Bucarest, davanti al Palazzo del Parlamento, l'Associazione Umanista Romena organizzerà una protesta contro l'utilizzo dei fondi pubblici per la costruzione della Cattedrale. Andrei volentieri. E voi?

mercoledì 28 settembre 2011

Chi rovina le famiglie italiane?



Così si chiamava la trasmissione di RAI 1


http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-e830f883-ea97-4aab-9610-  a cui a partecipato anche la nostra brava  Tatiana Nogailic (nella foto accanto). Si sarebbe potuto chiamarla pure  „La badante: una arma a doppio taglio”. O „La badante, che emozione...” „In mirino della badante”. O „La badante in mirino”. Oppure „Lo strano caso del marito sedotto dalla badante”. Anche „Me l'ha portato via...” Perché si è fatto tanto parlare delle naturalissime relazioni pericolose che possono scattare tra vecchi signori italiani e giovani badanti straniere, sbocciate finora in una bellezza di 50 mila matrimoni. E allora, che fare? Tatiana ha rassicurato tutti: i moldavi presenti sul territorio italiano sono quasi metà donne, metà maschi, quindi... Quindi, speriamo che le moldave facciano la scelta giusta, preferendo a un italiano vecchio ma ricco un moldavo povero ma giovane.
.................................................................................................Victor Druta.

martedì 27 settembre 2011

Italiani in Moldavia, lottano per i loro diritti

Chişinău, 5 Settembre 2011


Alla C. A. del Presidente della RM
Alla C. A. del Primo Ministro del Governo della RM
Alla C. A. del Presidente del Parlamento della RM
Alla C. A. del Ministro degli Affari Interni della RM
Alla C. A. del Ministro degli Affari Esteri della RM
Alla C. A. del Ministro della Giustizia della RM


E per conoscenza
Alla C. A. di Sua Eccellenza Ambasciatore UE in RM
Alla C. A. di Sua Eccellenza Ambasciatore d’Italia in RM


Con la presente lettera il Club Italia di Chisinau, associazione senza scopo di lucro riconosciuta dal Ministero della Giustizia in data 14 Febbraio 2011, intende esprimere le sue perplessità e dubbi in merito alla legge 200/2010 in materia di Immigrazione entrata in vigore lo scorso 24 Dicembre 2010 nella Repubblica di Moldova.
In considerazione del recente corso europeista inaugurato dal nuovo governo moldavo e proteso all’avvicinamento della Repubblica di Moldova all’Unione Europea tramite una serie di leggi volte a facilitare il processo d’integrazione con l’Unione medesima con adeguamenti progressivi delle normative moldave alle normative europee, sono balzate agli occhi dei nostri associati alcune incongruenze rispetto a tale processo, che, a nostro parere, non facilitano né tantomeno favoriscono l’integrazione dei nostri connazionali italiani nel Vostro Paese contrariamente a quanto accade per i cittadini moldavi residenti non solo in Italia ma all’interno dell’intera area Schengen.
La legge in oggetto è stata presentata e caldeggiata dalle Autorità moldave come un miglioramento rispetto alla precedente legge 1518/2002 promulgata nell'anno 2002 ed un adeguamento alle norme sull’Immigrazione in vigore nei Paesi dell’Unione Europea.
Tuttavia, riferendoci in particolare all’articolo 45 della vigente legge 200/2010, il quale determina le categorie di cittadini stranieri che possono richiedere ed ottenere il Permesso di Soggiorno Permanente e paragonandolo alla precedente legge 1518/2002, possiamo immediatamente osservare che in precedenza ai cittadini stranieri coniugati con cittadini moldavi il Soggiorno Permanente veniva concesso immediatamente dopo il matrimonio, mentre adesso il medesimo è subordinato a un'attesa di ben 3 anni, periodo nel quale lo straniero dovrà annualmente rinnovare un permesso temporaneo. Sotto questo punto di vista pertanto non si ha modo di osservare alcuna miglioria e/o facilitazione per i richiedenti di tale Permesso, ma, sempre a nostro modesto parere, tale cambiamento costituirebbe un peggioramento rispetto alla vecchia normativa e non un adeguamento alle normative europee.

Proseguendo nell'analisi della nuova legge riscontriamo inoltre una grave lacuna in merito al Permesso di Soggiorno Permanente per quegli stranieri che hanno avuto prole da un cittadino moldavo senza esservi coniugati, i quali a causa di tale lacuna si vedono privati dei loro diritti a vivere in maniera continuativa insieme ai loro figli!
Questa mancanza non è certamente in sintonia con le norme sull’Immigrazione in vigore nei Paesi UE nei quali la normativa prevede che qualsiasi cittadino extracomunitario ottiene automaticamente un Permesso di Soggiorno a tempo indeterminato in quanto consanguineo di un cittadino UE; ad esempio un bambino nato in Italia da un genitore italiano e da un genitore straniero, essendo di nazionalità italiana, automaticamente dà diritto al genitore straniero ad ottenere un Permesso di Soggiorno Permanente allo scopo di non privare il nuovo nato di una figura importante come il padre o la madre, entrambi necessari per la crescita e lo sviluppo sereno, tranquillo, equilibrato ed armonioso del bambino medesimo.
A tal proposito facciamo riferimento alla “Dichiarazione dei diritti del bambino” approvata dall’ONU il 20 Novembre 1959, successivamente revisionate nel 1989 ed a cui ha fatto seguito la “Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia”, ed in particolare ai seguenti articoli di tale Dichiarazione:
  • “art. 2 - Diritto ai mezzi che consentono lo sviluppo in modo sano e normale sul piano fisico, intellettuale, morale, spirituale e sociale”.
  • “art.4 - Diritto ad una alimentazione sana, alloggio e cure mediche”.
  • “art.6 - Diritto ad amore, comprensione e protezione”.
  • “art.7 - Diritto all’istruzione gratuita, attività ricreative e divertimento”.
È evidente che il non concedere un Permesso di Soggiorno Permanente per un cittadino straniero con prole avuta da un cittadino moldavo, costituisce una grave violazione dei Diritti del Minore, per il quale, l’assenza di uno dei due genitori, potrebbe comportare serie ripercussioni sullo sviluppo fisico e psichico del minore stesso.
Allo stato attuale delle cose lo straniero con prole moldava ma non coniugato è costretto ad uscire dal territorio moldavo ogni 3 mesi salvo poi tornarvi trascorsi ulteriori 3 mesi, in quanto applicabile l’unica norma attualmente presa in considerazione dallo Stato Moldavo in casi di questo tipo ovvero il Soggiorno per Turismo.
Sempre facendo un esempio pratico, in tale periodo di assenza forzata imposta dalla legge moldava in quanto priva di una regolamentazione in merito, il bambino potrebbe avere bisogno di urgenti cure mediche, il genitore moldavo potrebbe avere problemi di salute tali da non poter avere cura in prima persona del minore stesso, oppure potrebbe essere vittima di un incidente improvviso tale da non permettere al genitore moldavo stesso di provvedere alla sistemazione del minore per tempo.
In tali pericolosi frangenti, il genitore straniero si troverebbe nell’impossibilità più assoluta di rientrare sul Territorio della Repubblica Moldova in quanto l’unica legge applicabile fino ad ora, ovvero il Soggiorno per Turismo, non lo prevede con gravi conseguenze familiari!
Questo ovviamente NON può essere tollerato in quanto il bene del minore deve essere sempre posto in primo piano rispetto ad eventuali cavilli burocratici!
Auspicandoci che al più presto tale problema venga affrontato ed eliminato per tempo, concludiamo tale punto con la messa in evidenza di una nota di cultura europea in base alla quale per i cittadini italiani (ed in generale europei e dei paesi occidentali) viene considerata normale la presenza accanto al minore di entrambi i genitori e non la presenza di uno solo di questi come spesso accade magari per motivi di forza maggiore in altri Paesi extra-UE.

Altro punto a nostro parere fortemente penalizzante della vigente legge 200/2010 è costituito dall’impossibilità di convertire un Permesso di Soggiorno Temporaneo in Permesso di Soggiorno Permanente da parte dei lavoratori e/o imprenditori stranieri residenti ed operanti la propria attività sul Territorio della Repubblica di Moldova da piu’ di 5 (cinque) anni, contrariamente a quanto previsto dalla normativa UE in merito a tale caso.
In Italia ed in UE ad esempio il Permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo (entrato in vigore in data 8 Gennaio 2007 in base ad una direttiva UE in sostituzione della vecchia «Carta di Soggiorno») dà diritto alla residenza a tempo indeterminato e può essere rilasciato al cittadino straniero in possesso di un permesso di soggiorno in corso di validità da almeno 5 anni, a condizione che dimostri la disponibilità di un reddito minimo non inferiore all’assegno sociale annuo. (D.Lgs. n. 3 dell’8 gennaio 2007, direttiva 2003/109/CE).
Nella corrispondente normativa moldava non si prevede nulla di tutto ciò; quanto affermato può essere evinto (a meno di erronea traduzione dalla lingua rumena alla lingua italiana) leggendo il comma (6) dell'articolo 45 di questa legge, che recita testualmente: "Sînt exceptaţi de la prevederile prezentului articol străinii înmatriculaţii la studii şi lucratorii imigranţi." (tradotto: Sono eccettuati da quanto previsto dal presente articolo gli stranieri immatricolati agli studi ed i lavoratori immigrati).
In conclusione, Ci rivolgiamo al Legislatore affinchè riveda al più presto il contenuto della nuova legge sull’Immigrazione soprattutto in relazione ai punti da Noi messi in evidenza, con lo scopo di individuare ed eliminare tutte le eventuali incongruenze e lacune che potrebbero costituire un ostacolo per il percorso intrapreso dalla Repubblica di Moldova verso l’Unione Europea ed in previsione di una possibile futura richiesta di adesione della Moldova stessa all’UE, richiesta che potrebbe essere valutata ed eventualmente accettata in maniera più rapida nel caso in cui la Repubblica di Moldova dimostrasse di avere una Legislazione già in sintonia con le norme vigenti in tutti i Paesi dell’Unione Europea.
Il Club Italia di Chisinau, nella persona del suo Presidente Massimo Sinceri ed a nome di tutti i soci, desidera ringraziare anticipatamente il Presidente, il Primo Ministro del Governo, il Presidente del Parlamento ed il Ministro degli Affari interni della Repubblica di Moldova nonché l’Ambasciatore dell’Unione Europea in Moldova e l’Ambasciatore d’Italia in Moldova per l’attenzione concessaci, dichiarandosi disponibile ad eventuali incontri allo scopo di chiarificare e spiegare ulteriormente il Nostro punto di vista come cittadini stranieri immigrati, i quali hanno fatto una importante scelta di vita eleggendo la Moldova come nostra seconda patria, decidendo di viverci nel rispetto delle sue leggi e che altresì chiedono di vedere riconosciuti i propri diritti.

Cogliamo l’occasione per porgere
DISTINTI SALUTI


CLUBUL ITALIA DIN CHISINAU

MASSIMO SINCERI (Presidente)

_______________________________
· · Condividi

  • A Veaceslav Arapan e altri 4 piace questo elemento.
    • Veaceslav Arapan Ar mai trebui de adaugat si problema masinilor cu numere straine !!!
      05 settembre alle ore 16.43 ·
    • Club Italia di Chisinau, Moldova - Clubul italienilor din Moldova Documenti consegnati oggi a: Ministero della Giustizia, S.E. Dott. Oleg Efrim - nr. 14872, Ministero degli Affari Esteri ed Integrazione Europea, S.E. Dott. Iurie Leanca - nr. 21525
      07 settembre alle ore 15.35 ·
    • Club Italia di Chisinau, Moldova - Clubul italienilor din Moldova Il Presidente del Club, Massimo Sinceri, ha altresi' consegnato a mano una copia della lettera all'Ambasciatore dell'Unione Europea S.E. Dott. Dirk Schuebel
      07 settembre alle ore 15.42 ·
    • Club Italia di Chisinau, Moldova - Clubul italienilor din Moldova Documenti consegnati oggi a: Ministero Affari Interni, S.E. Dott. Alexei Pavel Roibu - nr. 4710, per il Primo Ministro RM S.E. Dott. Vlad Filat tramite la signorina Nighina Azizov, assistente del deputato Liliana Palihovici (vicepresidente PLDM)
      08 settembre alle ore 15.44 ·
    • Mauro Marinelli
      Ciao, vi ho conosciuto da poco e ho finalmente il piacere di avere da parte vostra tante informazioni utili ed importanti.Da circa un anno sto insieme ad una ragazza moldava a Roma e non è al corrente di queste informazioni.Mi fà piacere en...trare a far parte di questo gruppo continuerò a seguirvi confidando sul fatto che se avrò delle domande da fare per approfondire la situazione reale in Moldova mi darete delle risposte certe. Un salutoVisualizza altro
      12 settembre alle ore 9.59 · · 1 personaCaricamento in corso...
    • Club Italia di Chisinau, Moldova - Clubul italienilor din Moldova In data 12.09.2011 il nostro Presidente, Massimo Sinceri, ha consegnato copia della lettera a S.E. Dott. Stefano De Leo, Ambasciatore d'Italia in Moldova.
      13 settembre alle ore 11.49 · · 1 personaCaricamento in corso...
    • Club Italia di Chisinau, Moldova - Clubul italienilor din Moldova Nella giornata odierna abbiamo provveduto alla traduzione della lettera in lingua inglese che sara' trasmessa a Bruxelles dall'Ambasciatore dell'Unione Europea a Chisinau, S.E. Dott. Dirk Schuebel. Inoltre nei prossimi giorni la consegneremo anche alla Signora Isabelle Mihoubi-Astor, Consigliere Europeo delegato presso il Biroul Azil si Migratie della Repubblica Moldova.
      20 settembre alle ore 16.01 ·

lunedì 26 settembre 2011

QUEL CORTEO SCHIFOSO A CHISINAU


  LE SOTTANE NERE ALL'ATTACCO



Gli guardai in un video su Curaj.Net . E mi fecero veramente uno grandissimo schifo. Si, quei preti avvolti in lunghe sottane nere, barbuti e barbosi, rosei e panciuti. Si portavano dietro qualche decina di uomini e donne. Sui volti grigi di quest'ultimi si vedevano scritte la povertà e l'ignoranza. Sfilavano in corteo per le strade di Chisinau. Fermavano il traffico. E pronunciavano, via camminando, una frase di preghiera. Una sola e molto triste: O Dio, Gesù Cristo, abbia pietà di noi!

Ma che cosa vogliono questi, mi sono domandato. È stato fatto loro qualche torto? È stato magari crocefisso un profeta cristiano moldavo? Oppure furono calpestati i sacri diritti della chiesa ortodossa della Moldavia?

Nossignore. Capii che la causa che scatenò l'ira funesta dei religiosi era molto più semplice. E stava nel fatto che il governo moldavo aveva riconosciuto il culto islamico – perché pure Moldavia, nonostante la povertà, un po' di immigrazione ce l'ha. E poi il governo si era reso colpevole di un'altra infamia: ha dichiarato di aver intenzione di varare la legge contro la discriminazione, apprendo così, guarda caso, i varchi alla più sfrenata omosessualità. Quindi, questi due atti governativi che puntano ad adeguare la legislazione moldava a quella europea sono stati percepiti dai religiosi moldavi niente meno come “l'islamizzazione” e la “pederastizzazione”(parola fin'ora sconosciuta!) del paese.

E va bene. Continuai a guardare quel video. Dopo aver recitato la loro breve preghiera, sbandierando i vessilli per le vie della città, il corteo si è fermato in una piazzetta a fare un meeting. Quindi i protestatari gridarono al mondo stupito il sacro volere dei ortodossi di essere l'unica religione della Moldavia, dichiarato, appunto, “paese ortodosso”. E proferirono minacce al governo: se non ubbidirà, allora i fedeli si solleveranno in massa!

...Che tristezza, vedere quel video e quel corteo! La povertà nasce ignoranza, l'ignoranza nasce religione. E dalla religione scaturiscono squallidi cortei di preti barbuti e paffuti, seguiti da uomini magri e donne velate. Quanti sguardi tristi in quel corteo!
.........................................................................................................Victor Druta.

sabato 24 settembre 2011

LA MOLDAVIA E LA ROMANIA, LA DESTRA E LA SINISTRA

UNA LUNGA CHIACCHIERATA CON UN AMICO ITALIANO



  • Victor, dimmi per favore, di che vive il tuo paese in quest'ultimo anno, che non ne abbiamo parlato d'un sacco di tempo!
  • Maledizione, mi vergogno di dirtelo, vive di vere e mere stupidaggini. Io non ne posso più, credimi.
  • E cioè? Fatti capire, di che stai parlando.
  • Sto parlando che il mio popolo è fissato sulla storia e non passa un santo giorno senza che i nostri savi litigassero sui profondi significati dei diversi eventi storici. Ma non è possibile!
  • Scusa, ma con chi ce l'hanno concretamente?
  • Con i russi! Con i rumeni! Con i comunisti! Con i capitalisti! Guarda, tutti sono stati cattivi con loro, con questo popolo di eroi e di martiri. Ed è per questo che adesso le cose vadano male, che c'è la corruzione, che il rumeno della Bessarabia è pure esso corrotto.
  • Va bene, ho capito, dammi tre bei esempi.
  • Uno. 27 marzo, che è il giorno della riunificazione con la madrepatria Romania. È successa in 1918, la riunificazione, dopo la grande caduta dei imperi russo e austro-ungarico. Sono 20 anni che gli intellettuali celebrano con tanto di sfarzo quest'evento e 20 anni da quando questi discorsi non fanno che lasciare in totale indifferenza le masse popolari.
  • Perché, si deve capire, il popolo sta sempre con chi comanda, perché, come dicevano i nostri napoletani, con Franza o Spagna, pur che si magna!
  • Appunto. Due, 9 maggio, il giorno della Grande Vittoria dell'Unione Sovietica sulla Germania nazista. Ma dobbiamo celebrarlo pure noi, i moldavi, questo benedetto giorno? Ma no, perché noi siamo stati occupati. Ma si, perché il nazismo fu un nemico dell'intera umanità. Ma no, perché i russi dopo la vittoria ci hanno deportati in Siberia. Ma si, perché si viveva con i russi abbastanza bene. Ma scusa! Voglio vivere bene oggi! Adesso! Non me ne importa niente di chi aveva ragione un secolo fa e di chi ha ragione ora!
  • E tre? Dimmi subito il tre.
  • Eccoti tre. Riguarda la Romania, perché non è possibile parlare di Moldavia senza riferimenti alla Romania, è come parlare di Berlusconi senza riferirsi alla magistratura. E va bene. Il presidente della Romania Basescu va quest'estate in uno studio televisivo a una tavola rotonda. E uno dei falchi del giornalismo rumeno, Ion Cristoiu, visto che si era nella vigilia del 22 giugno, il giorno in cui la Germania fascista scatenò nel 1941 l'attacco contro l'URSS, chiese a Basescu: “signor Presidente, ma lei, fosse in Antonescu, il comandante supremo dello stato e del esercito rumeno, il famoso Conducator, avrebbe pure lei dato il famoso ordine: Soldati! Attraversate il Prut!”? Cioè, per spiegarci meglio, avrebbe trascinato la Romania in quella ingloriosa avventura, cominciata prima con il recupero della Bessarabia tolta dai sovietici in 1940, poi seguita con ammazzamenti di ebrei e zingari in Transnistria ed a Odessa, poi con il disastro del esercito rumeno nelle steppe di Don e Stalingrado... E che risponde il signor presidente a questa assurda domanda? Pensi che si è mantenuto nei limiti del politicamente corretto e aveva risposto evasivamente o negando? Ma no! Ha detto, senza indugiare, un convintissimo si! Avrei dato quel ordine pure io. Avevo un alleato e una provincia da recuperare... Non ti dico che scalpore, che scandalo internazionale ha sollevato la gaffe di Basescu. Le proteste degli intellettuali progressisti, le proteste del ministero degli esteri russo, un nuovo balzo in su della russofobia in Moldavia. Insomma, una bruttissima figura per tutta la Romania... Ho letto sul web vari articoli che riguardavano la vicenda di Basescu che da il ordine di attaccare l'Unione Sovietica. E furono emozionanti per me i amari commenti di coloro che ebbero padri, nonni, parenti sul fronte russo. La Romania entrò in guerra e mise a disposizione dei tedeschi il suo territorio, le sue risorse senza aver firmato un straccio di contratto con Hitler. Fu una alleanza determinata dal crollo precipitoso della Francia e sopratutto dalla propria debolezza e impreparazione. I tedeschi, giustamente, non si fidavano mai dei rumeni. La loro tecnica era scadente, gli ufficiali inefficienti. Una volta catturarono un tank sovietico T-34 e cercarono di capire da che distanza e da che posizione i carri armati rumeni potessero distruggerlo. La conclusione fu questa: da nessuna distanza, da nessuna posizione. Andavano nei attacchi a baionetta contro un nemico molto superiore. La loro fortuna era che tante volte anche i russi erano poveri cristi male condotti, male armati, malnutriti... Ma questo non significa che possiamo chiudere un occhio sui crimini dell'esercito rumeno nei territori occupati, in Transnistria per esempio ed a Odessa.

  • Aspetta un po', che mi devi dire una cosa. Tu sei nato in Unione Sovietica, quindi sin da piccolo sei stato imbevuto dalla propaganda sovietica. Dovevi avere un senso patriotico forte, no? Il tuo patriottismo sovietico non è che cozza contro il tuo sentimento di essere rumeno? O moldavo, che è quasi la stessa cosa?

  • Se caschi nella trappola di qualsiasi patriottismo, allora avrai da soffrire molto. Felicemente, io sono fiero sopratutto di essere un homo sapiens. Però, se ci penso bene, mettendomi nei panni di un partecipante alla seconda guerra mondiale, io starei con i russi. La loro guerra, checche se ne dica, fu veramente una grande guerra patriottica. Averla fu una grande fortuna per i dirigenti del partito comunista e della attuale Russia che la sfruttarono e la sfruttano tuttora senza scrupoli. A proposito, tanto che stiamo a chiacchierare, il giornalista che fece la domanda a presidente Basescu, Ion Cristoiu, è un personaggio coloratissimo. Nei anni novanta ha condotto un giornale di grande successo, Evenimentul Zilei, che grande appunto e diventato per merito suo. Aveva il vezzo di pubblicare sulle pagine di Evenimentul i cosi detti “fonfleu”, notizie di pura invenzione giornalistica, scritte però in uno stile che suggeriva fortemente la banale realtà. Ti divertivi un mondo leggendo questi gioielli di stile. Per esempio, si raccontava in un tale articolo come in una fattoria una gallina partorì, si, si, partorì, due pulcini vivi... Per una storia così, io sono in grado di perdonare a Cristoiu tutte le sue provocazioni.
  • Scusa, toglimi una curiosità, ma in quel vostro angolo di Europa che giornalisti dominano i media, ce avete pure voi un Bruno Vespa, un Michele Santoro, che so, un Giuliano Ferrara?
  • Rispetto alla Romania, la Moldavia e molto povera. Ma non perché i moldavi siano meno intelligenti; perché i grandi talenti se ne vano spesso in Romania dove trovano condizioni migliori. Questa fuga dei cervelli della Bessarabia al di la del fiume Prut ha una storia antica. Dalla Russia degli zar per esempio sono scappati in Romania i scrittori Donici, Alexandru Hajdeu, Bogdan Petriceicu Hasdeu, Constantin Stere e altri. Nei tempi di oggi si sono rifugiati in Romania Vasile Ernu, Stella Popa, Vitalie Cojocari. Rimangono però a Chisinau Constantin Tanase, Vitalie Ciobanu, Petre Bogatu, giornalisti seri e competenti. In Moldavia direi, non sono i professionisti a mancare, ma il divertimento, le grandi star.
  • Perché, secondo te, un giornalista vale solo se produce divertimento? Solo se le sue galline partoriscono pulcini vivi?
  • Signor sì, signore! Io mi attengo a questa, forse singolare, idea. Un giornalista, un giornale, per avere un minimo di successo devono puntare anche sul divertimento. Un esempio di divertimento fatto a regola d'arte qui in Italia considero la trasmissione ,,Che tempo che fa” di Fabio Fazio o ,,Le satire preventive” di Michele Serra, su l'Espresso. Ci sarebbe pure in Moldavia un giornalista veramente divertente, Viorel Mihail di ,,Saptamina”, che dice vere e proprie cavolate, le dice però in uno stile spumeggiante, talvolta con richiami folclorici, talaltra usando il slang russo-rumeno di Chisinau. Viorel Mihail sarebbe un Beppe Grillo nostrano... E poi, di volta in volta un intellettuale deve dare una scossa all'opinione pubblica. Mi ricordo come una volta un giovane scienziato rumeno, Horia Roman Patapievici, dichiarò che i rumeni non possono entrare in Europa con l'opera politica del poeta nazionale Mihail Eminescu, perché troppo conservatrice, troppo reazionaria; Eminescu è il nostro scheletro nascosto nel armadio, disse, e scoppiò un finimondo. Nessuno prima di lui aveva osato di toccare un idolo come Eminescu!.. E va bene, non gli è andata male, adesso Patapievici è il presidente del Istituto Culturale Rumeno, che opera in tutto il mondo.
  • Quale è la maggior piaga del giornalismo moldavo?
  • Il discorso troppo lungo sulla storia e sull'identità nazionale. A volte mi viene un dubbio: ma forse siamo davvero handicappati con questo nostro eterno discorrere su chi siamo e da dove veniamo, rumeni o moldavi, ma forse è appunto questa incertezza culturale che ci impedisce di produrre qualche cosa di geniale? Non lo so. Una cosa però mi è assolutamente chiara: se non possiamo capire cosa siamo, non è perché vediamo male, ma perché non c'è niente da vedere, la nazione moldava non è ancora formata. Siamo un ammasso ancora informe di detriti storici. Comunque. Ultimamente, i mezzi di informazione della Moldavia sono aumentati fortemente in numero e qualità, abbiamo vari posti di televisione, abbiamo uno sito Curaj.Net, dove alcuni giovani molto coraggiosi vanno all'attacco della burocrazia, combattono contro la corruzione, la prepotenza della chiesa, la discriminazione sessuale etc. Uno di questi giornalisti, Ghenadie Brega, pochi giorni fa è stato picchiato in una università dove è andato a investigare un caso. Ecco, questo Brega sembra che assomigli a Marco Pannella!
  • E cosa pensi del giornalismo rumeno?
  • La Romania ha delle belle cose. Meno male che ci le possiamo godere pure noi, parlando la stessa lingua. Ci sono le riviste ,,22”, ,,Dilema Veche”, un nutrito elenco di vari giornali, vari siti web. I schieramenti, di destra e di sinistra, sono ben chiari.

Ultimamente, è comparso un sito internet di sinistra potentissimo, che pubblica non solo le opere dei giornalisti e scrittori rumeni, ma anche quelle dei intellettuali esteri. Si chiama CriticAtac. Uno dei fondatori di CriticAtac è stato Vasile Ernu, su cui vorrei soffermarmi un po. È un giovane scrittore moldavo che è riuscito a emergere con una serie di libri originali sul passato sovietico. Se tutti o quasi tutti stramaledicono in coro questo passato, Ernu invece ne parla a volte con simpatia e nostalgia. Di più, sostiene che per uno scrittore, per un intellettuale vero non ci sia grande differenza vivere in capitalismo o in comunismo: tanto bisogna essere sempre in opposizione. Ernu ha pubblicato libri come ,,Nato in URSS”, che è uscito pure in traduzione italiana, poi ,,Gli ultimi eretici dell'Impero” e altri. In una intervista lui spiega il suo atteggiamento verso il defunto URSS così: ,, Si, abbiamo vissuto nel comunismo, c'è stata repressione e dolore, ma in questo mondo le persone hanno vissuto, hanno cantato e ballato, hanno gioito e hanno pianto. È la nostra vita e non ci possiamo permettere di gettarla nel cassonetto della spazzatura.” È un atteggiamento tranquillo, simile a quello che io trovo espresso nelle trasmissioni di RAI Storia riguardo al ventennio fascista. Prima capire, poi condannare. E questa e pure l'idea che, modestamente, io promuovo sul mio blog e nei articoli di Gazeta Romaneasca che esce qui in Italia. Salvo Ernu, a CriticAtac collabora uno sciame di altri giovani intellettuali, pure della mia Moldavia, come per esempio Vitalie Spranceana.

Ho letto su questo sito appassionanti appunti sulla chiesa ortodossa rumena, che, a proposito, è diventata molto forte. Nei ultimi 20 anni sono state costruite in Romania 4000 chiese nuove, la maggior parte con sostegno governativo. Si costruisce a Bucarest la Cattedrale della Salvezza della Stirpe Rumena. Forse sbaglio, ma tutti questi ingenti sforzi e sprechi non mi sembrano affatto giusti, da una parte si alzano al cielo le chiese, dall'altra parte chiudono i ospedali... E va bene, CriticAtac denuncia il fatto che la Chiesa Ortodossa Rumena è massicciamente sostenuta dallo stato rumeno non solo con i stipendi per i preti e con l'insegnamento della religione nelle scuole pubbliche, ma anche tramite vari programmi di aiuti sociali, dati in appalto dallo stato alla chiesa. Ciononostante, scrive Claude Karnouh, uno dei autori forti di CriticAtac, quando si tratta di seppellire un povero deceduto i cui familiari non hanno con che pagare i riti religiosi di sepoltura, la messa di rigore gli sarà rifiutata. Dalle pagine dello sito CriticAtac ti rendi conto che c'è, acanto alla Romania moderna, in pieno sviluppo capitalistico, un'altra Romania, spaventosamente antipatica, con ospedali dove regna la sporcizia, con cani randagi che dormono nei angoli dei corridoi, con una corruzione diffusa e con vari monumenti storici abbandonati all'incuria e al degrado, e nello stesso tempo con un incredibile spreco di soldi pubblici, con fondi europei non utilizzati.

  • Karnouh però non mi sembra rumeno.
  • È un intellettuale francese di sinistra, filosofo, antropologo, che vive e lavora da più anni in Romania. Si è pronunciato sui vari argomenti della nuova realtà rumena, anche su quello dell'integrazione sociale dei zingari. Dobbiamo o no essere tolleranti con i zingari, si chiedeva Karnouh. Io non conosco la tolleranza, io so che esistono case di tolleranza. Non è che possiamo tollerare tutto. Come tollerare l'analfabetismo? I zingari potrebbero essere integrati con la costrizione, così come furono integrati i contadini francesi dopo la grande rivoluzione borghese: coloro che non mandavano i bambini a scuola erano puniti. Il problema però è che lo stato rumeno ha preso tanti soldi europei per l'integrazione degli zingari e non ha fatto niente. Karnouh pone ed un altro problema, quello del filo- od anti- americanismo, che si incatena con una serie di altri argomenti: lo sfruttamento del paese da parte della finanza mondiale, l'indipendenza economica, il welfare etc.
  • E con chi si polemizza? Quali sono i bersagli di CriticAtac?
  • Si polemizza sopratutto con il gruppo di intellettuali che sta intorno alla “Revista 22”, che sono considerati, per esprimermi con un termine radicale, gli intellettuali del regime. Per esempio con Vladimir Tismaneanu. Anche Tismaneanu è un personaggio di rilievo, una specie di San-Giorgio del anticomunismo. È stato lui a firmare il rapporto sui crimini del comunismo in Romania. È un neo-liberal che difende un'America conservatrice e presidente Basescu. A girato un bel po per il mondo, a fatto il professore nelle vari università, adesso è professore a Maryland. È molto controverso, reo sopratutto di essere trasformista. Ma anche molto interessante. Nacque in una famiglia di rivoluzionari comunisti ebrei, originari per altro dalla Bessarabia, che parteciparono alla guerra di Spagna contro il franchismo, che si rifugiarono poi in URSS. Tornati in Romania, fecero carriera, erano tra i notabili del regime. Il figlio loro, Vladimir, fu un privilegiato. Compagno di classe con Nicu Ceausescu, il figlio del dittatore. Ha fatto pure lui una splendida carriera, difendendo a spada tratta l'ideologia marxista. A un certo punto però fuggì al estero e cambio la casacca.
  • Che echi ha avuto in Romania e Moldavia la strage di Oslo ?
  • In Moldavia – niente di rilevante. In Romania però l'evento ha innescato un altra polemica fra la destra e la sinistra. Iulian Urban, uno dei senatori rumeni facente parte del partito al governo, il Partito Democratico Liberale, ha sostenuto che, cito, ,,non è Breivik ad aver commesso l'attentato ma gli attuali leader dell'UE, che hanno imposto la politica del multiculturalismo... In questo caos stupisce che un solo europeo abbia premuto il grilletto per esprimere la propria frustrazione nei confronti dell'indifferenza e dell'ipocrisia della classe politica europea davanti all'islamizzazione e all'immigrazione illegale che mettono in pericolo la civiltà e la cultura europee.” Nella stessa chiave vede l'attentato Mircea Mihaies, che parla in uno dei grandi giornali rumeni, Evenimentul Zilei, dello suicidio della razza bianca, e rimpiange che atei fanatici e agnostici marxisti stiano diffondendo il disfattismo e rendano fragile una civiltà una volta fiorente. Naturalmente, CriticAtac ha aperto un fuoco nutrito su questi difensori dell'antica fede cristiana e della purezza della razza...
  • Vedo, però, che le velleità fasciste compaiono pure da voi.
  • Assolutamente si. Il fascismo, questo prodotto tipico italiano, ha trovato buongustai pure in Romania. Non da oggi. Nel interbellico il fascismo rumeno era abbastanza forte. Fu schiacciato dalle forze dello stato, sì, e poi, con Ceausescu, si mise la maschera del nazionalismo comunista. Adesso, con la crisi e con tutto che succede nel mondo, c'è veramente da aver paura che un bel giorno vedremmo le strade piene dei seguaci di Corneliu Zelea Codreanu. “La nuova destra”, i fascisti rumeni, sono abbastanza presenti sia in Romania, sia in Moldavia. La loro ideologia, fatta di un misto micidiale di nazionalismo rumeno, ortodossia e antisemitismo, bisogna combatterla sia da destra, sia da sinistra. E credo anche che bisogna sottolineare che il multiculturalismo, di cui tutti adesso ne parlano a buona o a cattiva ragione, non è la semplice presenza di molte culture in una società, bensì una politica promossa dallo stato. In poche parole, quando lo stato chiede al immigrato di avere una sola moglie, di rispettare tutte le libertà sancite dalla costituzione, di non andare in giro con la burqa, di non fare mai mutilazioni genitali, allora lo stato calpesta, diciamo, la cultura dei immigrato, ma rispetta la sua dignità umana e segue il ideale illuministico della libertà individuale. Mentre quando lo stato non mette davanti al immigrato tutte queste esigenze e fa finta invece di rispettare le culture, a scapito delle persone, allora lo stato produce la cosi detta politica multiculturalista. Il multiculturalismo, la dove e stato applicato, si, è miseramente fallito. E allora? Abbiamo un sacco di bei ideali per cui combattere. Sia in Italia, sia in Romania, sia in Moldavia. Non c'è però ideale più bello che non quello di fare un giornalismo divertente.