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sabato 24 settembre 2011

LA MOLDAVIA E LA ROMANIA, LA DESTRA E LA SINISTRA

UNA LUNGA CHIACCHIERATA CON UN AMICO ITALIANO



  • Victor, dimmi per favore, di che vive il tuo paese in quest'ultimo anno, che non ne abbiamo parlato d'un sacco di tempo!
  • Maledizione, mi vergogno di dirtelo, vive di vere e mere stupidaggini. Io non ne posso più, credimi.
  • E cioè? Fatti capire, di che stai parlando.
  • Sto parlando che il mio popolo è fissato sulla storia e non passa un santo giorno senza che i nostri savi litigassero sui profondi significati dei diversi eventi storici. Ma non è possibile!
  • Scusa, ma con chi ce l'hanno concretamente?
  • Con i russi! Con i rumeni! Con i comunisti! Con i capitalisti! Guarda, tutti sono stati cattivi con loro, con questo popolo di eroi e di martiri. Ed è per questo che adesso le cose vadano male, che c'è la corruzione, che il rumeno della Bessarabia è pure esso corrotto.
  • Va bene, ho capito, dammi tre bei esempi.
  • Uno. 27 marzo, che è il giorno della riunificazione con la madrepatria Romania. È successa in 1918, la riunificazione, dopo la grande caduta dei imperi russo e austro-ungarico. Sono 20 anni che gli intellettuali celebrano con tanto di sfarzo quest'evento e 20 anni da quando questi discorsi non fanno che lasciare in totale indifferenza le masse popolari.
  • Perché, si deve capire, il popolo sta sempre con chi comanda, perché, come dicevano i nostri napoletani, con Franza o Spagna, pur che si magna!
  • Appunto. Due, 9 maggio, il giorno della Grande Vittoria dell'Unione Sovietica sulla Germania nazista. Ma dobbiamo celebrarlo pure noi, i moldavi, questo benedetto giorno? Ma no, perché noi siamo stati occupati. Ma si, perché il nazismo fu un nemico dell'intera umanità. Ma no, perché i russi dopo la vittoria ci hanno deportati in Siberia. Ma si, perché si viveva con i russi abbastanza bene. Ma scusa! Voglio vivere bene oggi! Adesso! Non me ne importa niente di chi aveva ragione un secolo fa e di chi ha ragione ora!
  • E tre? Dimmi subito il tre.
  • Eccoti tre. Riguarda la Romania, perché non è possibile parlare di Moldavia senza riferimenti alla Romania, è come parlare di Berlusconi senza riferirsi alla magistratura. E va bene. Il presidente della Romania Basescu va quest'estate in uno studio televisivo a una tavola rotonda. E uno dei falchi del giornalismo rumeno, Ion Cristoiu, visto che si era nella vigilia del 22 giugno, il giorno in cui la Germania fascista scatenò nel 1941 l'attacco contro l'URSS, chiese a Basescu: “signor Presidente, ma lei, fosse in Antonescu, il comandante supremo dello stato e del esercito rumeno, il famoso Conducator, avrebbe pure lei dato il famoso ordine: Soldati! Attraversate il Prut!”? Cioè, per spiegarci meglio, avrebbe trascinato la Romania in quella ingloriosa avventura, cominciata prima con il recupero della Bessarabia tolta dai sovietici in 1940, poi seguita con ammazzamenti di ebrei e zingari in Transnistria ed a Odessa, poi con il disastro del esercito rumeno nelle steppe di Don e Stalingrado... E che risponde il signor presidente a questa assurda domanda? Pensi che si è mantenuto nei limiti del politicamente corretto e aveva risposto evasivamente o negando? Ma no! Ha detto, senza indugiare, un convintissimo si! Avrei dato quel ordine pure io. Avevo un alleato e una provincia da recuperare... Non ti dico che scalpore, che scandalo internazionale ha sollevato la gaffe di Basescu. Le proteste degli intellettuali progressisti, le proteste del ministero degli esteri russo, un nuovo balzo in su della russofobia in Moldavia. Insomma, una bruttissima figura per tutta la Romania... Ho letto sul web vari articoli che riguardavano la vicenda di Basescu che da il ordine di attaccare l'Unione Sovietica. E furono emozionanti per me i amari commenti di coloro che ebbero padri, nonni, parenti sul fronte russo. La Romania entrò in guerra e mise a disposizione dei tedeschi il suo territorio, le sue risorse senza aver firmato un straccio di contratto con Hitler. Fu una alleanza determinata dal crollo precipitoso della Francia e sopratutto dalla propria debolezza e impreparazione. I tedeschi, giustamente, non si fidavano mai dei rumeni. La loro tecnica era scadente, gli ufficiali inefficienti. Una volta catturarono un tank sovietico T-34 e cercarono di capire da che distanza e da che posizione i carri armati rumeni potessero distruggerlo. La conclusione fu questa: da nessuna distanza, da nessuna posizione. Andavano nei attacchi a baionetta contro un nemico molto superiore. La loro fortuna era che tante volte anche i russi erano poveri cristi male condotti, male armati, malnutriti... Ma questo non significa che possiamo chiudere un occhio sui crimini dell'esercito rumeno nei territori occupati, in Transnistria per esempio ed a Odessa.

  • Aspetta un po', che mi devi dire una cosa. Tu sei nato in Unione Sovietica, quindi sin da piccolo sei stato imbevuto dalla propaganda sovietica. Dovevi avere un senso patriotico forte, no? Il tuo patriottismo sovietico non è che cozza contro il tuo sentimento di essere rumeno? O moldavo, che è quasi la stessa cosa?

  • Se caschi nella trappola di qualsiasi patriottismo, allora avrai da soffrire molto. Felicemente, io sono fiero sopratutto di essere un homo sapiens. Però, se ci penso bene, mettendomi nei panni di un partecipante alla seconda guerra mondiale, io starei con i russi. La loro guerra, checche se ne dica, fu veramente una grande guerra patriottica. Averla fu una grande fortuna per i dirigenti del partito comunista e della attuale Russia che la sfruttarono e la sfruttano tuttora senza scrupoli. A proposito, tanto che stiamo a chiacchierare, il giornalista che fece la domanda a presidente Basescu, Ion Cristoiu, è un personaggio coloratissimo. Nei anni novanta ha condotto un giornale di grande successo, Evenimentul Zilei, che grande appunto e diventato per merito suo. Aveva il vezzo di pubblicare sulle pagine di Evenimentul i cosi detti “fonfleu”, notizie di pura invenzione giornalistica, scritte però in uno stile che suggeriva fortemente la banale realtà. Ti divertivi un mondo leggendo questi gioielli di stile. Per esempio, si raccontava in un tale articolo come in una fattoria una gallina partorì, si, si, partorì, due pulcini vivi... Per una storia così, io sono in grado di perdonare a Cristoiu tutte le sue provocazioni.
  • Scusa, toglimi una curiosità, ma in quel vostro angolo di Europa che giornalisti dominano i media, ce avete pure voi un Bruno Vespa, un Michele Santoro, che so, un Giuliano Ferrara?
  • Rispetto alla Romania, la Moldavia e molto povera. Ma non perché i moldavi siano meno intelligenti; perché i grandi talenti se ne vano spesso in Romania dove trovano condizioni migliori. Questa fuga dei cervelli della Bessarabia al di la del fiume Prut ha una storia antica. Dalla Russia degli zar per esempio sono scappati in Romania i scrittori Donici, Alexandru Hajdeu, Bogdan Petriceicu Hasdeu, Constantin Stere e altri. Nei tempi di oggi si sono rifugiati in Romania Vasile Ernu, Stella Popa, Vitalie Cojocari. Rimangono però a Chisinau Constantin Tanase, Vitalie Ciobanu, Petre Bogatu, giornalisti seri e competenti. In Moldavia direi, non sono i professionisti a mancare, ma il divertimento, le grandi star.
  • Perché, secondo te, un giornalista vale solo se produce divertimento? Solo se le sue galline partoriscono pulcini vivi?
  • Signor sì, signore! Io mi attengo a questa, forse singolare, idea. Un giornalista, un giornale, per avere un minimo di successo devono puntare anche sul divertimento. Un esempio di divertimento fatto a regola d'arte qui in Italia considero la trasmissione ,,Che tempo che fa” di Fabio Fazio o ,,Le satire preventive” di Michele Serra, su l'Espresso. Ci sarebbe pure in Moldavia un giornalista veramente divertente, Viorel Mihail di ,,Saptamina”, che dice vere e proprie cavolate, le dice però in uno stile spumeggiante, talvolta con richiami folclorici, talaltra usando il slang russo-rumeno di Chisinau. Viorel Mihail sarebbe un Beppe Grillo nostrano... E poi, di volta in volta un intellettuale deve dare una scossa all'opinione pubblica. Mi ricordo come una volta un giovane scienziato rumeno, Horia Roman Patapievici, dichiarò che i rumeni non possono entrare in Europa con l'opera politica del poeta nazionale Mihail Eminescu, perché troppo conservatrice, troppo reazionaria; Eminescu è il nostro scheletro nascosto nel armadio, disse, e scoppiò un finimondo. Nessuno prima di lui aveva osato di toccare un idolo come Eminescu!.. E va bene, non gli è andata male, adesso Patapievici è il presidente del Istituto Culturale Rumeno, che opera in tutto il mondo.
  • Quale è la maggior piaga del giornalismo moldavo?
  • Il discorso troppo lungo sulla storia e sull'identità nazionale. A volte mi viene un dubbio: ma forse siamo davvero handicappati con questo nostro eterno discorrere su chi siamo e da dove veniamo, rumeni o moldavi, ma forse è appunto questa incertezza culturale che ci impedisce di produrre qualche cosa di geniale? Non lo so. Una cosa però mi è assolutamente chiara: se non possiamo capire cosa siamo, non è perché vediamo male, ma perché non c'è niente da vedere, la nazione moldava non è ancora formata. Siamo un ammasso ancora informe di detriti storici. Comunque. Ultimamente, i mezzi di informazione della Moldavia sono aumentati fortemente in numero e qualità, abbiamo vari posti di televisione, abbiamo uno sito Curaj.Net, dove alcuni giovani molto coraggiosi vanno all'attacco della burocrazia, combattono contro la corruzione, la prepotenza della chiesa, la discriminazione sessuale etc. Uno di questi giornalisti, Ghenadie Brega, pochi giorni fa è stato picchiato in una università dove è andato a investigare un caso. Ecco, questo Brega sembra che assomigli a Marco Pannella!
  • E cosa pensi del giornalismo rumeno?
  • La Romania ha delle belle cose. Meno male che ci le possiamo godere pure noi, parlando la stessa lingua. Ci sono le riviste ,,22”, ,,Dilema Veche”, un nutrito elenco di vari giornali, vari siti web. I schieramenti, di destra e di sinistra, sono ben chiari.

Ultimamente, è comparso un sito internet di sinistra potentissimo, che pubblica non solo le opere dei giornalisti e scrittori rumeni, ma anche quelle dei intellettuali esteri. Si chiama CriticAtac. Uno dei fondatori di CriticAtac è stato Vasile Ernu, su cui vorrei soffermarmi un po. È un giovane scrittore moldavo che è riuscito a emergere con una serie di libri originali sul passato sovietico. Se tutti o quasi tutti stramaledicono in coro questo passato, Ernu invece ne parla a volte con simpatia e nostalgia. Di più, sostiene che per uno scrittore, per un intellettuale vero non ci sia grande differenza vivere in capitalismo o in comunismo: tanto bisogna essere sempre in opposizione. Ernu ha pubblicato libri come ,,Nato in URSS”, che è uscito pure in traduzione italiana, poi ,,Gli ultimi eretici dell'Impero” e altri. In una intervista lui spiega il suo atteggiamento verso il defunto URSS così: ,, Si, abbiamo vissuto nel comunismo, c'è stata repressione e dolore, ma in questo mondo le persone hanno vissuto, hanno cantato e ballato, hanno gioito e hanno pianto. È la nostra vita e non ci possiamo permettere di gettarla nel cassonetto della spazzatura.” È un atteggiamento tranquillo, simile a quello che io trovo espresso nelle trasmissioni di RAI Storia riguardo al ventennio fascista. Prima capire, poi condannare. E questa e pure l'idea che, modestamente, io promuovo sul mio blog e nei articoli di Gazeta Romaneasca che esce qui in Italia. Salvo Ernu, a CriticAtac collabora uno sciame di altri giovani intellettuali, pure della mia Moldavia, come per esempio Vitalie Spranceana.

Ho letto su questo sito appassionanti appunti sulla chiesa ortodossa rumena, che, a proposito, è diventata molto forte. Nei ultimi 20 anni sono state costruite in Romania 4000 chiese nuove, la maggior parte con sostegno governativo. Si costruisce a Bucarest la Cattedrale della Salvezza della Stirpe Rumena. Forse sbaglio, ma tutti questi ingenti sforzi e sprechi non mi sembrano affatto giusti, da una parte si alzano al cielo le chiese, dall'altra parte chiudono i ospedali... E va bene, CriticAtac denuncia il fatto che la Chiesa Ortodossa Rumena è massicciamente sostenuta dallo stato rumeno non solo con i stipendi per i preti e con l'insegnamento della religione nelle scuole pubbliche, ma anche tramite vari programmi di aiuti sociali, dati in appalto dallo stato alla chiesa. Ciononostante, scrive Claude Karnouh, uno dei autori forti di CriticAtac, quando si tratta di seppellire un povero deceduto i cui familiari non hanno con che pagare i riti religiosi di sepoltura, la messa di rigore gli sarà rifiutata. Dalle pagine dello sito CriticAtac ti rendi conto che c'è, acanto alla Romania moderna, in pieno sviluppo capitalistico, un'altra Romania, spaventosamente antipatica, con ospedali dove regna la sporcizia, con cani randagi che dormono nei angoli dei corridoi, con una corruzione diffusa e con vari monumenti storici abbandonati all'incuria e al degrado, e nello stesso tempo con un incredibile spreco di soldi pubblici, con fondi europei non utilizzati.

  • Karnouh però non mi sembra rumeno.
  • È un intellettuale francese di sinistra, filosofo, antropologo, che vive e lavora da più anni in Romania. Si è pronunciato sui vari argomenti della nuova realtà rumena, anche su quello dell'integrazione sociale dei zingari. Dobbiamo o no essere tolleranti con i zingari, si chiedeva Karnouh. Io non conosco la tolleranza, io so che esistono case di tolleranza. Non è che possiamo tollerare tutto. Come tollerare l'analfabetismo? I zingari potrebbero essere integrati con la costrizione, così come furono integrati i contadini francesi dopo la grande rivoluzione borghese: coloro che non mandavano i bambini a scuola erano puniti. Il problema però è che lo stato rumeno ha preso tanti soldi europei per l'integrazione degli zingari e non ha fatto niente. Karnouh pone ed un altro problema, quello del filo- od anti- americanismo, che si incatena con una serie di altri argomenti: lo sfruttamento del paese da parte della finanza mondiale, l'indipendenza economica, il welfare etc.
  • E con chi si polemizza? Quali sono i bersagli di CriticAtac?
  • Si polemizza sopratutto con il gruppo di intellettuali che sta intorno alla “Revista 22”, che sono considerati, per esprimermi con un termine radicale, gli intellettuali del regime. Per esempio con Vladimir Tismaneanu. Anche Tismaneanu è un personaggio di rilievo, una specie di San-Giorgio del anticomunismo. È stato lui a firmare il rapporto sui crimini del comunismo in Romania. È un neo-liberal che difende un'America conservatrice e presidente Basescu. A girato un bel po per il mondo, a fatto il professore nelle vari università, adesso è professore a Maryland. È molto controverso, reo sopratutto di essere trasformista. Ma anche molto interessante. Nacque in una famiglia di rivoluzionari comunisti ebrei, originari per altro dalla Bessarabia, che parteciparono alla guerra di Spagna contro il franchismo, che si rifugiarono poi in URSS. Tornati in Romania, fecero carriera, erano tra i notabili del regime. Il figlio loro, Vladimir, fu un privilegiato. Compagno di classe con Nicu Ceausescu, il figlio del dittatore. Ha fatto pure lui una splendida carriera, difendendo a spada tratta l'ideologia marxista. A un certo punto però fuggì al estero e cambio la casacca.
  • Che echi ha avuto in Romania e Moldavia la strage di Oslo ?
  • In Moldavia – niente di rilevante. In Romania però l'evento ha innescato un altra polemica fra la destra e la sinistra. Iulian Urban, uno dei senatori rumeni facente parte del partito al governo, il Partito Democratico Liberale, ha sostenuto che, cito, ,,non è Breivik ad aver commesso l'attentato ma gli attuali leader dell'UE, che hanno imposto la politica del multiculturalismo... In questo caos stupisce che un solo europeo abbia premuto il grilletto per esprimere la propria frustrazione nei confronti dell'indifferenza e dell'ipocrisia della classe politica europea davanti all'islamizzazione e all'immigrazione illegale che mettono in pericolo la civiltà e la cultura europee.” Nella stessa chiave vede l'attentato Mircea Mihaies, che parla in uno dei grandi giornali rumeni, Evenimentul Zilei, dello suicidio della razza bianca, e rimpiange che atei fanatici e agnostici marxisti stiano diffondendo il disfattismo e rendano fragile una civiltà una volta fiorente. Naturalmente, CriticAtac ha aperto un fuoco nutrito su questi difensori dell'antica fede cristiana e della purezza della razza...
  • Vedo, però, che le velleità fasciste compaiono pure da voi.
  • Assolutamente si. Il fascismo, questo prodotto tipico italiano, ha trovato buongustai pure in Romania. Non da oggi. Nel interbellico il fascismo rumeno era abbastanza forte. Fu schiacciato dalle forze dello stato, sì, e poi, con Ceausescu, si mise la maschera del nazionalismo comunista. Adesso, con la crisi e con tutto che succede nel mondo, c'è veramente da aver paura che un bel giorno vedremmo le strade piene dei seguaci di Corneliu Zelea Codreanu. “La nuova destra”, i fascisti rumeni, sono abbastanza presenti sia in Romania, sia in Moldavia. La loro ideologia, fatta di un misto micidiale di nazionalismo rumeno, ortodossia e antisemitismo, bisogna combatterla sia da destra, sia da sinistra. E credo anche che bisogna sottolineare che il multiculturalismo, di cui tutti adesso ne parlano a buona o a cattiva ragione, non è la semplice presenza di molte culture in una società, bensì una politica promossa dallo stato. In poche parole, quando lo stato chiede al immigrato di avere una sola moglie, di rispettare tutte le libertà sancite dalla costituzione, di non andare in giro con la burqa, di non fare mai mutilazioni genitali, allora lo stato calpesta, diciamo, la cultura dei immigrato, ma rispetta la sua dignità umana e segue il ideale illuministico della libertà individuale. Mentre quando lo stato non mette davanti al immigrato tutte queste esigenze e fa finta invece di rispettare le culture, a scapito delle persone, allora lo stato produce la cosi detta politica multiculturalista. Il multiculturalismo, la dove e stato applicato, si, è miseramente fallito. E allora? Abbiamo un sacco di bei ideali per cui combattere. Sia in Italia, sia in Romania, sia in Moldavia. Non c'è però ideale più bello che non quello di fare un giornalismo divertente.

3 commenti:

  1. Actorul Vasile Butnaru:"Ridica-te,Basarabie!" Noua generatie educata si instruita in Spirit Cresin National a cutremurat din temelie regimul comunist de ocupatie din Basarabia Martira ... vasilebutnaru.files.wordpress.com

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  2. Actorul Vasile Butnaru: 12 marie 2009 Uniunea Scriitorilor din Moldova prezinta: "Ridica-te,Basarabie!"de Grigore Vieru (monospectacol)Urmeaza miscarea facuta de Noua Generatie care a cutremurat din temelie regimul comunist de ocupatie din Basarabia Martira ... vasilebutnaru.files.wordpress.com

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  3. Actorul Vasile Butnaru: "O MANA INTINSA CARE MA AJUTA SA DUC CRUCEA NEAMULU ROMANESC DIN BASARABIA MARTIRA ESTE MANA BUNULUI CRESTIN DE CARE IMI AMINTESC PANA LA SFARSITUL VIETII ..."

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