Si, sono un ottimista. Ed ecco perché.
La crisi economica che sta imperversando nel mondo ha cause precise, non è che la ragione umana stesse davanti ad un mistero impenetrabile. C'è troppa diseguaglianza, i ricchi sono ultimamente diventati più ricchi, i poveri – più poveri, quelli che nutrivano la speranza di migliorare la loro situazione, non ce la possono fare più. Il motore dell'economia sembrano essere i consumi. I ricchi non spendono tutto che hanno, non ci riescono, i poveretti, le classi medie sono in difficoltà. Che lo stato tolga ai ricchi e dia ai poveri! Dare una scossa ai consumi! Si, ma da dove partire? Bisogna pensarci bene. Il mondo e arrivato sul orlo di un baratro con tutti questi consumi sfrenati che hanno esaurito le risorse, con l'inquinamento dilagante. Ci sono continenti nuovi di plastica e di immondizia nei oceani, le discariche sono cresciute a far paura, è inquinato persino il cielo blu, lo spazio cosmico. Ecco, nemmeno la Malagrotta non regge più.
E allora cosa fare? Produrre altra plastica? Cercare altro petrolio? Confezionare in grande quantità ordigni nucleari ed armi convenzionali per avere un po' di occupazione? Inventare poi a tavolino conflitti armati per smaltire su qualche Gheddafi questa roba pesante dai nostri arsenali? Produrre ogni giorno spaventose quantità di cibo e cose che finiscono per metà in spazzatura? Disseminare sulle strade delle nostre città tonnellate di pubblicità cartacea? Lo abbiamo fatto fino qui. Adesso basta. Abbiamo bisogno di progetti mondiali, di una rivoluzione mondiale.
Il mio ottimismo si basa appunto sul carattere rivoluzionario del homo sapiens. A quest'animale gli è sempre piaciuto entrare in situazioni disperate per poi cercare una via d'uscita straordinaria. Spartaco che è sceso dal Vesuvio su quelle funi. Berlusconi che si è incasinato con drappelli di giovani donne assetate di denaro. Come farà adesso fronte alla giustizia che lo incalza? Sono sicuro: ne troverà una scappatoia. E l'umanità? Anch'essa si salverà.
Mi da tanta speranza l'erba che cresce dopo la pioggia, mangiandosi in fretta chili di anidride carbonica. I prataioli freschi che spuntano coraggiosamente tra le cacche dei cani nel parco. L'idea di piantare dappertutto nel mondo milioni e milioni di alberi mi esalta quasi religiosamente. Amo, ma veramente, il lento giro delle pale dei mulini a vento che danno una nobile e pulita elettricità. Sorrido ai pannelli solari e alla felice idea di costruire case a impatto ecologico zero. Ai grattacieli con vasche piene di pesci, con frutteti e pollai. Sono elettrizzato dall'idea di colonizzare Luna e Marte. Affascinato dai robot e dall'ingegneria genetica. Credo nel uomo e ammiro sopratutto le donne. E do ragione a mia moglie che mi dice “non sto mica pettinando le bambole” . Mi metto tutta la fiducia in Mario Monti. In Mario Draghi. In mari e monti e draghi. Credo che il deserto di Sahara diventerà un frutteto. Che la mia disastrata Moldavia si coprirà con piantagioni sconfinate di noci e prugni e meli. Che gli alieni saranno buoni e non ci mangeranno nei prossimi incontri ravvicinati.
Ma anche se tutte queste belle cose non succedessero mai e l'umanità dovesse affogare in sangue e miseria, mi resta sempre una grande speranza. Che il fuoco dell'esplosione finale dell'Universo purifichi tutto, facendo sparire la spaventosa sporcizia nata dall'attività umana. E dando così alla materia che ha sbagliato da qualche parte una nuova chance. Quindi, sono ottimista. Evviva il fuoco purificatore!