Di Victor Druta
Si è detto che gli italiani perdono le partite di calcio come se fossero guerre e le guerre come se fossero partite di calcio. Spero che Nicola Baldassare perda questa guerra assurda per una identità etnica rigorosamente moldava dotata di forti sfumature russe con leggerezza, sportivamente, all'italiana. Vorrei ricordare ai lettori che Nicola era entrato in conflitto dalla parte dei cosi detti statalisti moldavi, gente rozza che guarda i rumeni in cagnesco e, pur di avere argomenti in più per la loro roccaforte moldava, condividono con amore le più pazze idee che ci siano. Per esempio quella che la lingua moldava fosse diversa dal rumeno o quella che la Repubblica di Moldova dovrebbe strappare alla vicina Romania la Moldavia rumena con la città di Iasi e così via.
E va bene. Se uno vuole che la Repubblica di Moldova fosse uno stato indipendente e non si unisse mai con la Romania, ha tutti i diritti di farlo. La Moldavia adesso è libera e sovrana. E non c'è alcun bisogno di tirare in ballo la storia e la lingua. Perché, anche se la Moldavia è popolata dall'etnia romena, la Romania l'ha persa con il riconoscimento dell'indipendenza avvenuto in 1991. E solamente la volontà popolare congiunta dei Moldavi e dei Romeni potrebbe riportare la Moldavia entro i confini della Romania. Ciononostante la storia e la lingua sono strumentalizzate nel modo più infame che ci sia, per dare conforto a coloro che sognano una Repubblica Moldova fondata non sul lavoro e diritti, ma sul odio e isolamento! E tu, caro Nicola Baldassare, per non so quali ragioni, la metti tutta per difendere le posizioni di questi analfabeti, di questo squallore che puzza di sovietico e di nomenclatura di partito. Scusa, ma chi te l'ha fatto fare?
Dici che rumeni erano solo pochi discendenti dei soldati romani che abitavano solo la Valacchia, che i moldavi sono piuttosto slavi, che Stefan cel Mare parlava solo slavo... Ma dai... Stefan certo che parlava anche slavo, perché il slavo antico ecclesiastico era la lingua ufficiale della sua cancelleria – pure a Bucarest si usava il slavo in quel tempo! Ma la madrelingua di Stefan era il rumeno! Informati, Nicola, leggi magari Wikipedia.
Noi, quelli che parliamo il rumeno e formiamo adesso due nazioni distinte, Romania e Repubblica di Moldova, abbiamo una lingua unitaria, da noi ci sono parlate regionali, non dialetti, come in Italia. Il fatto si spiega con la vicenda della colonizzazione dei secoli 13-14. Le pianure della Moldavia e della Valacchia rimasero quasi vuote dopo la ritirata dei cumani, mongoli e altri barbari. Quindi furono colonizzate dalla Transilvania con i rumeni che si conservarono all'interno del arco carpatico. Questi furono in contatto con i magiari e portarono con se in Moldavia e in Valacchia le parole ungheresi, le quali si ritrovano adesso anche a Chisinau. Oraș è una parola di origine ugro-finnica. Pure aldămaș, fel, neam, bir, a făgădui. Anche l'influenza slava riguarda non solo la Moldavia, ma tutti i romeni. Le parole ungheresi dimostrano chiaramente l'unità del nostro popolo. In quanto riguarda la lingua, la norma letteraria è stata fornita dalla parlata di Valacchia, che ebbe per noi rumeni lo stesso ruolo che aveva avuto il dialetto toscano in Italia. Il fatto si spiega con le traduzioni della Bibbia, fatte appunto in Valacchia e poi usate in Moldavia e Transilvania. Senza l'apporto della cultura rumena la nazione moldava non sarebbe esistita.
Quindi, Nicola, quello che dici è una infamia. E per un italiano che si crede colto è una vergogna. Mi dispiace dirtelo. Vai a studiare!
L'infamia è azione, che rende spregevole chi la compie e che, in casi specifici, ha anche lo scopo di disonorare la persona contro cui è rivolta.
Nel Paese dello Stivale, infame è il termine del linguaggio piu' mafioso per contrassegnare una spia, un traditore oltre che maestro di scelleratezze e nefandezze.
Quindi valutando il tutto e parafrasando il sermone del sindaco Chirtoaca durante il concerto di Natale 2011: Italia-Moldavia, nazioni sorelle, accomunate da un unico cordone ombelicale che trascende il mero vincolo storico ma che si spalma su quello culturale e linguistico, possiamo alla fine ritenere che Nicola Baldassare puo' essere visto anche come un vergognoso mafioso. Non penso che questo fosse la tua intenzione, anche perchè da uomo di cultura che mostri di avere, la cultura non va a braccetto con il vituperio e l'offesa personale. Cmq grazie di avermi ricordato il giorno del supplizio di GB!
Alla fine di luglio 1985, 27 anni fa, sotto una cappa infernale di caldo andai in visita congressuale a Sarmacanda in Uzbekistan partendo da Dusanbe in Tadgikistan, sotto gli occhi vigili del KGB. Eravamo nell'era 'Gorbachov'. La visita protocollare prevedeva un tour alle madrase (favolose università arabe) e all'osservatorio astronomico costruito nel 1428 da Ulug Bek, successore del conquistatore Tamerlano, alla guida della città. Pochi sanno che Ulug era anche un eccellente astronomo che compilo' uno dei cataloghi di stelle piu' precisi tra quelli conosciuti.
Mi piace sottolineare che all'interno dell'osservatorio è stato collocato, forse tre secoli dopo, un maestoso dipinto, che raffigura al centro Ulug, e ai suoi lati Copernico, Galilei e Giordano Bruno. La nostra guida, Volodia, un astronomo ma anche un agente del KGB, richiamo' la mia attenzione parlando in inglese. 'Hai visto c'è un tuo antico famigliare'. Rimasi letteralmente basito, al pensiero che il filosofo era quasi del tutto dimenticato dalle nostre parti. 'Ma come è possibile? ' chiesi. 'Voi in Italia gli ingegni li bruciate, qui li rispettiamo: per noi Giordano Bruno è il filosofo dell'Infinito'. Sti ...hazzi. E me ne tornai a Dusanbe vergognadomi come un cane in chiesa e con la testa in fermento.
Anche oggi quando passo la frontiera PMR trovo sempre qualche frontaliero che, riconoscendomi, mi saluta come ' Gheordano Bruno'. E .....credimi non provo alcuna vergogna......molto meglio che 'Talianski, makaroni mafia'